I conservanti nella cosmesi naturale
Quando utilizzarli e perché sono indispensabili
Lo sapevi che batteri, muffe e lieviti possono con facilità contaminare le nostre preparazioni cosmetiche? Vediamo insieme quali possono essere i metodi per prevenire le contaminazioni e tutelare il nostro cosmetico e la nostra salute.
Primo step di prevenzione: la fase preliminare
Possiamo prevenire la formazione di questi agenti dannosi, per i cosmetici e per la nostra pelle, adottando tutte le norme igieniche necessarie per la produzione dei cosmetici in sicurezza.
1. Pulendo e disinfettando l'ambiente di lavoro.
2. Pulendo e disinfettando, volendo anche sterilizzando piani di lavoro e attrezzature.
2. Proteggendo la nostra persona, indossando indumenti puliti e i giusti dispositivi di protezione, tra cui i guanti.
Secondo step di prevenzione: la lavorazione
Per la buona conservazione di un cosmetico, è anche importante seguire le giuste procedure di lavorazione e produzione dello stesso.
1. Conserva le materie prime in modo appropriato, evitando che si deteriorino e possano entrare in contatto cn agenti contaminanti; per esempio: non toccarle con le mani non igienizzate.
2. Usale sempre seguendo le indicazioni del produttore.
Terzo step: la conservazione
Le fasi preliminari, da sole non bastano per permetterci di conservare il nostro cosmetico nel tempo.
In tutti i prodotti che contengono acqua o sostanze acquose, è indispensabile inserire un conservante.
I microrganismi, infatti, hanno bisogno di acqua per sopravvivere.
Le muffe resistono bene anche in prodotti dove è presente poca acqua; mentre i batteri per proliferare hanno bisogno di più acqua.
E allora, come utilizzare i conservanti?
I microrganismi sono strettamente collegati al pH delle nostre formulazioni.
Tutti sopravvivono tra un pH compreso tra 5 e 8, che è il range nel quale rientrano la maggior parte dei cosmetici in circolazione.
In particolare, le muffe e i lieviti sopravvivono ad un pH inferiore a 4.5, a differenza invece dei batteri.
Ci sono poi gli acidofili, che sopravvivono anche ad un pH inferiore a 4; e gli alcalofili, che resistono ad un pH superiore a 9. Ma entrambi non sono patogeni per l'uomo.
I conservanti agiuscono a pH differenti, ognuno ha il suo range nel quale riesce ad esplicare la sua funzione di conserre. Risulta, quindi, fondamentale conoscere il pH della nostra formulazione per decidere quale conservante utilizzare.
I conservanti che abbiamo a disposizione sono differenti. Vediamo quelli approvati dalla cosmesi naturale.
Il ravanello fermentato è naturalmente derivato per biofermentazione dal daikon, il ravanello bianco. Non è ufficialmente inserito nell'elenco dei conservati stilato dall'Unione Europea, ma funzione come tale. Il suo vantaggio, oltre ad essere completamente naturale, è che non ha limiti di pH; tuttavia conserva i cosmetici per un minor tempo rispetto ad altri conservanti.
Il sodio benzoato è sintetizzato in laboratorio, aiuta a prevenire la formazione di batteri e funghi; il suo più grande limite è che risulta efficace ad un pH compreso tra 3 e 5.
Il potassio sorbato, anch'esso sintetizzato in laboratorio, è efficace contro la formazione di lieviti e funghi; agisce ad un pH compreso tra 5 e 6.
Questi due conservanti, che hanno un'ottima compatibilità con le materie prime cosmetiche, vanno sempre usati in combinazione tra di loro, solo così possono garantire una efficace conservabilità del prodotto cosmetico.
La combinazione di acqua, alcol benzilico e acido deidroacetico, commercializzato con il nome di Cosgard o simili, è un conservante che agisce ad ampio spettro, ad pH inferiore a 7 e fino a 3. E ha un'ottima compatibilità con altri ingredienti cosmetici.