Piangere o non piangere questo è il problema.
Manuela (nome di fantasia) viene in studio senza un preciso motivo, ha bisogno di qualcosa, ma non sa di cosa, sta cercando qualcosa, ma non sa cosa.
Le chiedo "come posso aiutarti?" e lei mi fa un elenco di cose dalla bronchitella, a un dolore alla spalla e poi mi dice di soffrire di reflusso allo stomaco.
Decido di fare una coppettazione abbastanza leggera su dei punti che ahimè non ho segnato nel mio taccuino ma con l'intenzione di darle un sollievo e allo stesso tempo una ricarica.
Alla fine del trattamento Manuela incomincia a piangere e a piangere, piange tutte le lacrime del mondo.
Un'ora non basta più le lascio il tempo per continuare a piangere, le dico:
"Sai che in medicina cinese le lacrime puliscono il cuore?"
Tra un fazzoletto e un altro mi dice che vuole tornare...
Piccolo commento sul caso studio:
Nella mia esperienza mi era già successo che dopo un trattamento di coppettazione scoppiasse un pianto interminabile, come se si piangessero tutte le lacrime del mondo. In fondo non è proprio il compito della coppettazione liberare i ristagni e far fluire il qi?