Chi si intende un po’ di musica sa che rispettare le pause è fondamentali per una buona esecuzione del pezzo. E anche chi si intende di scrittura sa che l’uso di virgola, punto e virgola e punto fermo ha esattamente la funzione di scandire il discorso e renderlo più efficace e comprensibile.
Pochi di coloro che parlano in pubblico o ai media sanno che le pause sono fondamentali anche in una intervista e lo sono per ragioni molto serie che permettono di evitare errori dalle conseguenze spiacevoli.

Non a caso, quando assisto un cliente prima di un’intervista, l’ultima cosa che gli ricordo è: aspetta un momento di pausa prima di dare la risposta. Quasi nessuno lo fa e questo perché siamo abituati a considerare il vuoto qualcosa di negativo, qualcosa da riempire in modo precipitoso. Nella vita di tutti i giorni, spesso vediamo i silenzi come momenti morti che possono dare l’idea al nostro interlocutore che siamo un po’ stupidi oppure impreparati.
Ma per le interviste, che siano stampate e radiofoniche o televisive non in diretta, la pausa non verrà utilizzata nell’output finale, quindi questo rischio non si corre. Il rischio è piuttosto nel non farla. Vediamo 5 ottime ragioni per favellò le pause durante un'intervista.
1. Le pause eliminano la sindrome del "pensare mentre si parla"
Quando inizi a parlare nel momento in cui ti viene posta la domanda, spesso metti a fuoco la risposta strada facendo. Molto probabilmente arriverai al nocciolo della questione più o meno a metà risposta e il succo sarà alla fine. Come abbiamo visto nel manuale Corso Pratico di Media Training, però in questo modo perdi molte opportunità di efficacia e incisività e il tuo messaggio rischia di non arrivare all’interlocutore finale come avresti voluto. La pausa ti permette di saltare direttamente al punto giusto della risposta perché tutta la parte di organizzazione del pensiero l’avrai fatta nella tua mente. La pausa quindi in questo modo ti consente di pensare qualche secondo in più prima di dare la risposta.
2. Le pause migliorano il contatto visivo
Il recepimento del messaggio e il contatto visivo funzionano in tandem. Quando cerchiamo di accedere a un ricordo o di elaborare un concetto, spesso interrompiamo il contatto visivo con l’interlocutore e distogliamo lo sguardo. Soprattutto in tv, l’interruzione del contatto visivo può dare l’impressione di disagio, ma solo se avviene mentre stai parlando (fai una prova tu stesso osservando gli ospiti di un qualsiasi talk show). Se invece questa interruzione avviene prima di iniziare a dare la risposta, dai l’impressione di volere esprimere al meglio il tuo pensiero. In questo modo, inoltre, quando inizi a parlare hai le idee più chiare e la tua risposta suona più sicura ed efficace. Nota bene: se ti prendi il tempo per pensare e distogli lo sguardo nel farlo, prima di cominciare a rispondere riporta lo sguardo sul tuo interlocutore. Altrimenti renderai difficilissimo il lavoro di editing del video, che dovrà trovare il modo di far filare il video finale con te che parli mentre muovi la testa.
3. Le pause facilitano l’editing
Questa ultima considerazione mi suggerisce un altro consiglio importante.
Molti intervistati intuiscono dove voglia andare a parare la domanda del giornalista e anticipano la risposta coprendo le parole dell’interlocutore. Tieni presente che spesso nel video o audio finale non è prevista la domanda del giornalista, quindi in caso di sovrapposizione probabilmente alla fine verrà tagliata in parte la tua risposta, o peggio del tutto.
4. Le pause ti permettono di cogliere la domanda completa
Capita spesso che il giornalista arrivi al dunque della domanda alla fine, chiedendo qualcosa di diverso da quello che avresti pensato all’inizio. Se spegni il cervello nel momento in cui pensi di aver colto il senso della domanda, potresti non cogliere il vero senso oppure essere colto alla sprovvista con il risultato di dare una risposta incompleta o peggio di dare l’impressione di on voler rispondere alla domanda.
5. Le pause ti impediscono di segnalare un'interruzione del modello
Immagina che l’intervista si componga di 10 domande e tu sai dare risposte immediate e complete alle prime otto. La nona però ti coglie impreparato perché non te l’aspetti e sei costretto a fermarti un momento a pensare prima di rispondere. Il giornalista coglierà subito questo cambiamento nel tuo modo di rispondere e gli si accenderà un campanello di interesse: come mai questa risposta lo mette in difficoltà? Un bravo giornalista cercherà di andare più a fondo. Se invece normalmente ti prendi un momento per rifletter prima di rispondere anche quando non ne hai bisogno, quando anche dovesse accadere di essere colto alla sprovvista probabilmente il giornalista non se ne renderà conto.
Quanto deve durare una pausa?
Non c'è un numero magico. Fermarsi solo per un paio di secondi è spesso sufficiente. In alcuni casi, ma una pausa di otto secondi si traduce in una risposta più forte, fermati per otto secondi.
Tre ottimi motivi per non fare pause
- Sei in una situazione di crisi e il tuo silenzio suggerisce una mancanza di preparazione o competenza oppure da l’impressione che tu voglia essere evasivo nella risposta.
- Sei il soggetto di un articolo di profilo e le tue lunghe pause potrebbero farti sembrare uno eccessivamente prudente oppure uno che vuole avere il controllo (cosa che bisogna arrivare ad avere naturalmente, ma senza che l’altro se ne renda conto).
- È un’intervista in diretta e lunghe pause potrebbero farti sembrare uno che dorme in piedi. Anche in questa situazione, però, almeno ascolta la domanda per intero.
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