7 domande difficili e come rispondere

Come sfuggire alle insidie di un'intervista

Il giornalista non la mette mai sul personale, ma deve fare il suo lavoro che consiste nel trovare e raccontare una storia avvincente per il pubblico. Può capitare quindi che faccia domande insidiose con l’obiettivo di tirare fuori quella informazione oppure quel punto di vista che renderà la sua storia più interessante.

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Dal tuo punto di vista, questa dinamica può essere molto fastidiosa anche perché farsi trovare impreparato significa spesso dare una risposta che una volta pubblicata si può rivelare problematica per te. Un buon media training insegna anche a riconoscere le domande difficili e le tecniche per rispondere in modo adeguato. 

Il primo punto da tenere presente è che, come tutti noi sappiamo per esperienza, domande schiette quasi sempre generano risposte schiette e impulsive. Il trucco è riuscire a sembrare schietto e naturale, ma dare sempre risposte studiate e strategiche. Con un po’ di allenamento tutti possono imparare a controllarsi in queste circostanze.

Vediamo ora 7 tipi di domande difficili che ti troverai ad affrontare almeno una volta nella tua vita da portavoce.

1. Quelle che ti bloccano

Succede che di fronte a una domanda precisa su un dato o un dettaglio di un fatto, la tua mente si svuoti completamente e tu non ricordi nulla. Alcune volte davvero non ti ricordi, altre volte è colpa dell’ansia. Fatto sta che non sai rispondere. Qui hai almeno due opzioni. La prima, rispondere che non lo sai in quel momento, ma che ti informi oppure raccogli i dati necessari e glieli fornisci in un secondo momento. Se questo non è possibile (per esempio, il giornalista ti ha chiesto una informazione che dovresti proprio sapere), rispondi dicendo ciò che sai. Per esempio, sei un imprenditore del settore edile e il giornalista ti chiede quanto costa l’acciaio in questo momento, ma tu non te lo ricordi. Rispondi dicendo che da diversi anni il costo è in crescita ed è un problema che riguarda tutte le materie prima in generale e che incide notevolmente sul costo di produzione. Quello che sai è che non è possibile scaricare queste variazioni continuamente sul compratore, che per l’acquisto di un immobile spesso programma un piano a lungo termine per nulla flessibile. Eccetera. Un bravo giornalista probabilmente ti interromperà e passerà alla domanda successiva oppure tornerà a chiederti il dato esatto. A quel punto passa all’opzione non lo so ma mi informo. Ultima possibilità, se non sei la persona giusta per rispondere a una data domanda, è giusto che tu lo dica. Puoi offrirti di mettere il giornalista in contatto con il collega.

2. Quelle che ti chiedono di fare ipotesi

La maggior parte delle persone non deve preoccuparsi se le loro previsioni di tutti i giorni finiscono per essere vere o no. Tuttavia, quando si tratta di interviste con i media, a meno che tu non sia un veggente, è probabilmente meglio non speculare. Eppure, tra le domande difficili che i giornalisti fanno, prevedere il futuro è una delle più popolari. Alcune domande possono essere semplici, ma in generale è meglio non azzardare risposte basate su teorie o supposizioni. Il rischio di fornire informazioni sbagliate oppure di essere smentito e offrire il fianco a polemiche o competitor è alto.

3. Quelle che chiedono la tua opinione personale

Uno dei casi più frequenti è quello in cui ti trovi a dover dare un’opinione personale che è in conflitto con la posizione aziendale su un certo tema. Qui è facile: se rappresenti un’azienda, un partito, un’organizzazione…non dare la tua opinione personale. Il rischio è che la notizia non sia quella che vorresti, ma la tua posizione in conflitto con quella dell’organizzazione che rappresenti. Specifica al giornalista che parli a nome dell’azienda e passa a chiarire il punto di vista su quello specifico tema. 

4. Quelle che cercano di metterti le parole in bocca

Le ragioni per cui un giornalista parafrasi le tue parole possono essere molte e non da ultimo il fatto che vuole aiutarti a chiarire un concetto oppure a spiegarlo con parole più semplici e adatte al pubblico di non esperti. La regola dice che non devi accettare la parafrasi a meno che non sia completamente accurata. Se non lo è, correggi l'affermazione con le tue parole. Non puoi controllare ciò che il giornalista farà con le informazioni che tu stai dando, ma puoi controllare ciò che dici.

5. Quelle che riguardano notizie inaspettate che ancora non conosci

Può succedere che un giornalista abbia una notizia in tasca che non sia ancora di dominio pubblico. Quando è così, di solito, la tiene lì fino a metà intervista o addirittura alla fine, quando tu ormai ti sarai rilassato e probabilmente anche stancato e le tue difese sono più basse. A quel punto la tira fuori come un fulmine a ciel sereno, contando di coglierti impreparato e ottenere una risposta schietta (vedi sopra). Se hai fatto pratica o hai seguito un media training, dovresti avere gli strumenti e le risorse per gestire anche le domande più difficili. Ecco comunque qualche consiglio utile da tenere a mente. Se la domanda riguarda temi molto lontani dall’argomento dell’intervista, rispondi dicendo che ti piacerebbe parlare di quell’argomento ma in un altro momento e con più tempo a disposizione. Se invece la domanda riguarda un punto specifico di un argomento previsto nell’intervista, puoi riportare il discorso a un quadro più ampio.

6. Quelle che puntano a generare polemica

Il giornalista è particolarmente attento a qualunque parola possa generare conflitto o attrito con un’altra parte (per esempio il leader politico dello schieramento opposto o un competitor). Questo perché il conflitto genera sempre interesse, le favole ce lo hanno insegnato bene dalla notte dei tempi. Il trucco qui sta nel riportare l’attenzione sul tuo messaggio, dicendo per esempio lascio che X parli per se stesso, quello che posso dire è che il nostro progetto è senza dubbio…

7. Quelle che portano frasi dette da non si sa bene chi

Quando un giornalista vuole tastare il terreno su una informazione della quale non ha certezza, di solito usa la magica formula si dice/dicono che…, citando una presunta fonte anonima. Salvo rari casi, meglio non commentare attribuzioni imprecise, perché molto probabilmente la notizia diventerà la tua reazione a quella domanda e il tuo messaggio passerà in secondo piano. Non avere paura ad affermare una posizione netta: non commento frasi dette da fonti anonime. Oppure, se la domanda si riferisce a un documento che non hai mai visto, non commento un documento di cui non ho mai preso visione. 


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