10 consigli utili di media training per manager e imprenditori

Come gestire le interviste con la stampa specializzata

Non tutti siamo nati con il talento dell’intervistato, anzi mi sentirei di rassicurare chiunque sul fatto che la stragrande maggioranza di noi non è affatto attrezzata a rilasciare interviste o in generale a parlare con i media.

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Le interviste alla stampa specializzata sono però uno strumento di visibilità fondamentale per molte aziende e sono un modo efficace per raggiungere uno specifico mercato. Mi capita sempre più spesso di occuparmi professionalmente di media training per manager e imprenditori che vogliono capire come intercettare queste preziose opportunità mediatiche. 

Caratteristica della stampa specializzata, infatti, è proprio quella di rivolgersi a un’audience ben definita e con specifiche caratteristiche, spesso molto qualificata. I giornalisti che lavorano in questo ambito sono normalmente esperti nei propri settori, ma possono capitare anche giovani alla prima esperienza. In ogni caso, hanno tutti lo stesso obiettivo: raccontare una buona storia capace di catturare l’attenzione del pubblico, esattamente come i colleghi della stampa generalista. 

Ecco dunque 10 consigli pratici per imprenditori e manager alle prese con le interviste alla stampa specializzata:

  1. Prima di iniziare, informati e chiarisciti bene su chi sia il tuo interlocutore, ma soprattutto chi sarà il tuo pubblico. Quest’ultimo aspetto viene spesso trascurato e si finisce per concentrarsi solo sul giornalista. In realtà lo scopo della tua intervista è rivolgerti al pubblico finale. Sapere se si tratta di potenziali clienti della tua azienda o clienti dei tuoi clienti, per esempio, fa la differenza. Come media trainer, mi interesserebbe molto poco farmi intervistare da una rivista specializzata in media training, se mai ne esistesse una. Probabilmente mi interesserebbe molto di più apparire, per esempio, su una rivista che si rivolge al settore farmaceutico, o a quello del management sportivo. In ogni caso, i messaggi sarebbero molto diversi, se dovessi parlare ai miei colleghi o competitor oppure ai miei potenziali clienti. Lo stesso vale per anche per te.
  2. Stabilito il primo punto, il secondo viene da sé: quale sarà il fulcro intorno al quale ruoterà la tua intervista? Un nuovo prodotto, magari, l’ultimo comunicato stampa oppure un evento di attualità che riguarda il tuo settore. Qualunque sia l’innesco, averlo chiaro in mente ti consentirà di costruire tutto il discorso in modo coerente ed efficace.
  3. Non usare un gergo tecnico. Quando ti trovi di fronte un giornalista della stampa specializzata che conosce bene il tuo settore, potrebbe venirti spontaneo usare termini specifici e gergali. Questo è un errore, perché il pubblico finale potrebbe essere meno competente di voi e non abituato a una specifica terminologia. Il rischio di perdere la sua attenzione alla seconda domanda è molto alto e tu non vuoi correrlo. Se proprio non puoi evitare di usare un termine tecnico, ricordati di far seguire subito la traduzione per i non addetti ai lavori. 
  4. Preparati per tempo un paio di frasi a effetto da tirare fuori al momento giusto. Ai media piacciono molto, perché sintetizzano i concetti importanti e sono facili da memorizzare. Una frase a effetto può essere una metafora oppure un’immagine visiva che associ a un concetto.  Entrambe hanno ottime chance di diventare citazioni e di finire nel titolo o magari addirittura nel richiamo in prima pagina. D’altra parte, «non siamo mica qui a smacchiare i giaguari!»
  5. Altro strumento da avere sempre a portata di mano sono i numeri. Poter citare una statistica o un dato della tua azienda a proposito e in modo da arricchire un’informazione rendendola più credibile e autorevole può valere tutta la tua intervista. I giornalisti sono particolarmente interessati ai dati inediti, ma possono anche essere dati già di dominio pubblico (per esempio, i dati del gender pay gap del tuo settore o l'ultima ricerca Gartner sulle tendenze tecnologiche). Può essere utile fornire al giornalista un foglio con i dati più importanti, agevolandolo nel suo lavoro. Se poi hai a disposizione un grafico accattivante, tanto meglio.
  6. Terzo asso nella manica sono storie e aneddoti. Il racconto è un modo antichissimo di trasmettere informazioni, tanto che molti hanno attraversato decine di secoli e ancora subiamo il loro fascino (ok, sono stata una grecista e un’archeologa in un lontano passato, non posso fare a meno di pensare a Omero). Una buona storia forse non ti farà finire in tv, ma di sicuro ti farà ricordare con maggiore facilità dal tuo pubblico. Il suggerimento che ti lascio è di pensarla per tempo e non improvvisarla sul momento, per non rischiare di eccedere in lunghezza, di risultare poco chiaro oppure di violare la privacy di qualcuno
  7. Se hai foto o video di buona qualità, offrile al giornalista. Che siano tue, della tua azienda, dei tuoi prodotti, vanno sempre bene. Gli eviterai una ricerca che a nessun giornalista piace fare e farai un servizio a te stesso: una buona immagine vale più di mille parole. E di solito un’intervista non arriva a includere mille parole.
  8. Non confondere un’intervista con la stampa specializzata con un publiredazionale dove devi raccontare quanto sono belli il tuo prodotto e la tua azienda. Questa è pubblicità. Il tuo obiettivo è offrire un contenuto di valore al tuo pubblico, non vendere te stesso o il tuo prodotto. Per quello ci sono altri canali e altri metodi.
  9. Di fronte a un giornalista corriamo tutti il rischio di parlare a sproposito. Vuoi l’emozione, vuoi il desiderio di fare bella figura, il rischio di avventurarti a rispondere o a parlare di argomenti di cui non sei esperto è dietro l’angolo. Non c’è nulla di male nel suggerire educatamente di sentire un’altra persona perché tu non sei esperto dell’argomento. E occhio a evitare il gossip, tipo commenti su budget, cambiamenti del personale o contratti persi. Considera che qualunque cosa dici sia messa a verbale e potrebbe essere usata contro di te. Non è così ovviamente, però questa immagine di solito funziona come deterrente. Alla fine del colloquio, fai sempre attenzione alla domanda del tipo "già che ci sono posso chiedere ...". È una trappola.
  10. Mentre ai media generalisti è spesso inopportuno chiedere di vedere la bozza dell’articolo prima che venga pubblicato, con la stampa specializzata c’è maggiore flessibilità. Ogni redazione ha le sue regole, ma non c'è niente di male nell'offrirti di leggere l’articolo per controllare che i dettagli siano corretti. Il che non significa che potrai riscriverlo a tuo piacimento.

Questi sono solo alcuni dei consigli pratici che possono evitare di trasformare una bella opportunità mediatica in una catastrofe. Un buon media training ha proprio questo compito: insegnare a gestire tutte le principali situazioni che si possono verificare nel rapporto con i media e offrire tecniche e trucchi del mestiere da tenere sempre a mente. Ti rassicuro, non occorrono anni: una sessione è di solito già sufficiente per evitare titoli imbarazzanti.


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