“È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”
Questa affermazione del filosofo Michel de Montaigne ci ricorda di porre attenzione al nostro mondo interiore, di sviluppare consapevolezza. Consapevole di noi stessi, del nostro mondo interiore e della sua relazione con il mondo esterno, di quanto influenzi la modalità di vivere gli accadimenti esterni e le memorie. E viceversa, di quanto le informazioni che arrivano dall’esterno, se non sono accolte nel giusto modo, possono incidere sul mondo interiore.
Cosa intendere per mondo interiore?
Il mondo dei nostri pensieri, la loro qualità, per arrivare poi a comprendere cos’è il pensiero e il pensare, quale direzione e impiego può avere affinché la nostra vita sia prossima a quella che intimamente desideriamo. E sentire se le emozioni generano armonia, se ci avvicinano alla felicità.
Mondo interiore e attitudini
Consapevolezza è anche osservare come sono le attitudini, quali quelle che prevalentemente guidano la nostra vita:
siamo flessibili o rigidi, aperti o chiusi, cerchiamo il continuo miglioramento o affermiamo che tutto quello che c’era da capire e di scoprire è oramai da noi conosciuto. Delegare o preferiamo fare tutto da noi perché come facciamo noi non lo può fare lui o lei?
Le relazioni con gli altri sono di sostegno anche alla loro crescita e cambiamento? quale qualità ha la nostra gestione dell'insieme corpo.. emozioni.. pensiero? le attitudini ci rigenerano, rinfrancano, rilassano, potenziano?
Manca la conoscenza che c’è un mondo interiore di cui prendersi cura
L’istruzione è soprattutto basata sulle informazioni che riguardano il mondo esteriore, nessuna o pochissima istruzione su come prendersi cura del mondo interiore. Manca proprio la consapevolezza che esiste un mondo interiore. La mente dei bambini e dei giovani cresce solo con la stratificazione delle molte informazioni sul mondo esteriore.
Ad esempio
si insegna la geografia, si studiano gli Stati, le Regioni, i Paesaggi.. ma nessuna istruzione ed esperienza sui paesaggi interiori, che sono i pensieri, le emozioni, gli stati d’animo. S’insegna l’architettura delle città, ma nessuna istruzione sull’architettura interiore, su cosa si crea quella connessione neuronale o quell’altra, su cosa rende la mente flessibile o rigida, su come si formano gli “schemi di pensiero” che saranno poi i veri artefici del nostro destino.
Il bambino e il giovane cresciuto pieno di informazioni, molto sollecitato anche dalla tecnologia, non è detto che sia poi l’adulto eccellente di domani, capace di esprimere il proprio spirito libero, dotato di vera autonomia e facilitatore di felicità per sé e per gli altri.
Tutto diventa primario
Tranne che ritagliarsi momenti per ascoltare il corpo, per sentire le tensioni che lo percorrono e come queste siano collegate al flusso dei pensieri e delle emozioni, e come le nostre attitudini e comportamenti siano condizionati da tutto ciò.
Se poi, finalmente, ci si ferma qualche istante, magari provando a meditare.. cercando il silenzio, sentiamo il respiro frammentato, le contrazioni, la mente affollata e quel momento diventa una grande opportunità, quale?