Motivazione fragile: quando il genitore spegne (senza volerlo) la voglia di studiare

Accendi la passione, non spegnerla.

Sappiamo bene quanto la motivazione allo studio sia fondamentale per i nostri ragazzi.  È il motore che li spinge ad impegnarsi, a superare le difficoltà, a raggiungere i loro obiettivi scolastici. Ma la motivazione è una fiamma delicata, che può essere alimentata o spenta anche dalle nostre azioni, dalle nostre parole, dai nostri atteggiamenti.

Partiamo da un presupposto fondamentale: la motivazione nasce da dentro. È un fuoco interiore che si accende quando il ragazzo trova un senso in quello che fa, quando si sente competente, quando percepisce il valore del suo impegno.  Tuttavia, ciò che accade "fuori"  – l'ambiente familiare, la scuola, le relazioni – può influenzare notevolmente questo fuoco interiore,  facendolo ardere più forte o spegnendolo lentamente.

E noi genitori,  pur con le migliori intenzioni,  possiamo a volte  incorrere in errori che  minano la motivazione dei nostri figli.  Ecco alcuni esempi di  domande e dialoghi  che,  se ripetuti nel tempo,  possono avere un effetto  "spegne-entusiasmo":

  • "Hai preso un brutto voto? Ma cosa hai combinato? Non hai studiato abbastanza?"

Immaginate la scena: vostro figlio torna a casa con un brutto voto in matematica. La vostra prima reazione è di delusione, magari anche di rabbia.  "Ma come è possibile?",  pensate,  "Si vede che non si è impegnato abbastanza!". E così,  partite all'attacco,  con una raffica di domande e rimproveri.

Fermatevi un attimo a riflettere.  Cosa percepisce vostro figlio in quel momento?  Probabilmente si sente giudicato,  sminuito,  inadeguato.  Il messaggio che gli arriva è chiaro:  "Valgo solo se prendo bei voti.  Se sbaglio,  sono un fallimento".

Questo tipo di approccio,  basato sul giudizio e sulla critica,  rischia di  avere conseguenze negative sulla  motivazione allo studio.  Il ragazzo,  invece di  sentirsi  spronato a  fare meglio,  può  sviluppare  ansia da prestazione,  paura di  deludere le aspettative,  e  finire per  demotivarsi  completamente.  "Tanto  è  inutile",  potrebbe pensare,  "Non  riuscirò  mai  a  soddisfarli".

Invece di  concentrarci sul voto,  proviamo a  chiedere a  nostro figlio  cosa è  successo,  quali  difficoltà ha incontrato,  cosa  potrebbe  fare  per  migliorare.  Mostriamogli  la  nostra  fiducia  nelle  sue  capacità  e  sosteniamolo  nel  suo  percorso  di  crescita.

  • "Guarda tuo fratello/tua sorella/il figlio della signora Rossi come studia! Perché tu non puoi fare lo stesso?"

Avete presente quella frase  "L'erba del vicino è sempre più verde"?  Ecco,  con i figli funziona allo stesso modo.  Tendiamo a  idealizzare  gli altri  ragazzi,  a  vederli  come  studenti  modello,  perfetti  e  senza  difetti.  E  così,  senza  rendercene  conto,  iniziamo  a  fare  confronti  con  i  nostri  figli,  mettendoli  in  competizione  con  fratelli,  sorelle,  compagni  di  classe  o  figli  di  amici.

"Guarda  tuo  fratello  come  è  bravo  in  matematica!",  "La  figlia  dei  signori  Bianchi  ha  la  media  del  nove!",  "Perché  tu  non  puoi  essere  come  loro?".  Queste  frasi,  dette  anche  con  l'intento  di  motivare,  in  realtà  ottengono  l'effetto  opposto.

I  confronti  sono  sempre  deleteri,  perché  ogni  adolescente  è  un  individuo  unico,  con  i  suoi  tempi,  le  sue  capacità,  le  sue  passioni.  Mettere  un  ragazzo  a  confronto  con  qualcun  altro  significa  sminuirlo,  farlo  sentire  inadeguato,  generare  invidia  e  risentimento.  E  queste  emozioni  negative  non  fanno  altro  che  soffocarla  motivazione  intrinseca,  quella  che  nasce  dal  piacere  di  imparare  e  di  migliorare  se  stessi.

Invece di  fare confronti,  valorizziamo  le  unicità  di  nostro figlio,  i  suoi  talenti,  le  sue  passioni.  Aiutiamolo  a  scoprire  i  suoi  punti  di  forza  e  a  sviluppare  le  sue  potenzialità.

  • "Studia, studia, studia! Solo così avrai un buon lavoro e una bella vita!"

Questa  frase,  pur  se  detta  con  affetto  e  con  la  volontà  di  spronare  i  nostri  figli  a  dare  il  meglio  di  sé,  rischia  di  trasformare  lo  studio  in  un  obbligo  pesante  e  privo  di  senso.  L'adolescente  può  percepire  lo  studio  come  un  mezzo  per  raggiungere  un  fine  (il  buon  lavoro,  la  bella  vita),  ma  non  come  un  fine  in  sé.  E  così,  la  motivazione  si  affievolisce,  lasciando  spazio  alla  noia,  alla  frustrazione  e  al  disinteresse.

È  importante,  invece,  aiutare  i  ragazzi  a  scoprire  il  piacere  di  imparare,  la  curiosità  per  il  mondo,  la  soddisfazione  di  ampliare  le  proprie  conoscenze.  Lo  studio  non  deve  essere  visto  solo  come  un  dovere,  ma  anche  come  un'opportunità  per  crescere,  per  esplorare,  per  realizzarsi.

Possiamo  fare  questo  stimolando  la  loro  curiosità,  proponendo  loro  attività  interessanti  e  coinvolgenti,  aiutandoli  a  collegare  ciò  che  studiano  con  la  loro  vita  quotidiana  e  con  le  loro  passioni.

Come possiamo, invece,  alimentare la motivazione?

  • Mostriamo interesse:  chiediamo ai nostri figli  cosa hanno imparato a scuola,  quali sono le materie che preferiscono,  quali sono le loro difficoltà.  Ascoltiamoli  con  attenzione  e  curiosità,  facendogli  sentire  che  ciò  che  studiano  è  importante  per  noi.
  • Incoraggiamo l'autonomia:  non  facciamo  i  "controllori"  dei  loro  compiti,  ma  sosteniamoli  nel  trovare  un  metodo  di  studio  efficace  e  nell'organizzarsi  in  modo  autonomo.  Lasciamo  che  sperimentino,  che  facciano  errori,  che  trovino  la  loro  strada.
  • Valorizziamo l'impegno:  non  focalizziamoci  solo  sui  voti,  ma  riconosciamo  e  apprezziamo  l'impegno,  la  costanza  e  la  dedizione  che  i  nostri  figli  mettono  nello  studio.  Festeggiamo  i  loro  successi,  grandi  o  piccoli  che  siano,  e  aiutiamoli  a  superare  le  difficoltà  senza  scoraggiarsi.
  • Creiamo un ambiente stimolante:  offriamo  ai  nostri  figli  opportunità  di  apprendimento  anche  al  di  fuori  della  scuola:  libri,  riviste,  documentari,  visite  a  musei,  viaggi...  Alimentiamo  la  loro  curiosità  e  la  loro  sete  di  conoscenza

Ricordiamoci che  la  motivazione  è  come  un  giardino  che  va  coltivato  con  cura  e  attenzione.  Con  il  nostro  sostegno,  i  nostri  ragazzi  possono  scoprire  la  bellezza  dell'apprendimento  e  trasformare  lo  studio  in  un'esperienza  positiva  e  gratificante.


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