Si avvicina l'ora X: il palco sarà tutto per te e ci sarà un sacco di gente lì pronta ad ascoltarti! Ecco, appunto... come si supera l'ansia di parlare in pubblico? Vediamo insieme alcuni spunti pratici per poter dare il meglio di te!
Fai chiarezza dentro di te
Finché si tratta di leggere e studiare, tutti più o meno ce la caviamo. Ma quando si tratta di ripetere davanti ad un pubblico, peggio ancora stando su un palco, magari in una lingua diversa dalla nostra, sale subito l'ansia da prestazione e molti si bloccano, letteralmente. Eppure non dovrebbe essere così, no? Abbiamo studiato, sappiamo quello di cui andremo a parlare… quindi qual è il problema?
Come per le malattie, bisogna cercare la causa del problema e curare quella, altrimenti si tamponano i sintomi e la soluzione è soltanto temporanea. Nella maggior parte dei casi le preoccupazioni principali si possono riassumere in due punti:
- Farò brutta figura e mi giudicheranno male;
- Mi faranno domande a cui non saprò rispondere (e si torna al punto 1).
Scava più a fondo e capovolgi la situazione
Conoscere i propri punti deboli è un ottimo inizio. Analizziamoli meglio e troviamo una soluzione pratica per uscire dal circolo vizioso dell'ansia.
Punto 1: fare brutta figura. Cosa potrebbe succedere?
- Potrei inciampare e cadere davanti a tutti: questa è una preoccupazione più frequentemente femminile, legata al fatto che per le occasioni importanti si indossano scarpe alte. Senza trascurare l'eleganza, un paio di scarpe con cui sai di poter camminare agevolmente limiterà drasticamente il rischio di capitomboli. Ricorda: è molto più elegante un tacco basso e ben portato, rispetto ad uno vertiginoso e traballante! Evitiamo tacchi eccessivi e che non siamo abituate a portare, così non solo non cadremo, ma avremo anche una camminata invidiabile!
- Se devo parlare in una lingua diversa dalla mia, potrei avere una pronuncia scorretta o dimenticarmi qualche termine: posto che chi ti ascolta parli perfettamente la lingua in cui andrai ad esporre (e ti assicuro che, anche a convegni internazionali, difficilmente sarà così!), tutti sanno che tu non sei madrelingua. Di conseguenza, nessuno in sala si soffermerà troppo sulla pronuncia e non ci saranno problemi ad usare una frase intera per sopperire alla mancanza di un singolo termine. Purché il discorso risulti comprensibile, non ci saranno problemi di pronuncia o altro.
- Potrei dimenticare qualcosa e fare confusione: con una preparazione adeguata questo non sarà possibile. In ogni caso tieni a mente che "invertendo l'ordine degli addendi il risultato non cambia": segui la tua scaletta più che puoi, ma se dovessi invertire qualche punto e fare piccole variazioni sul tema, il discorso risulterà ugualmente sensato e nessuno si accorgerà dell'"errore". Se vuoi saperne di più su come prepararti al meglio, clicca qui per contattarmi e non perdere di vista i prossimi articoli!
- Potrei bloccarmi e non emettere un fiato: non è necessario (anzi, è sconsigliato) che tu parta a parlare velocemente e senza sosta. Quando arrivi alla postazione, prenditi qualche secondo per fare dei respiri lenti e profondi. E poi comincia con un saluto al pubblico: facile da formulare, perfetto per partire e fare buona impressione.
Esercitati prima del momento della presentazione con qualche esercizio di visualizzazione. Concentrati sul respiro, visualizza l'aria che entra dal naso e che poi, uscendo lentamente dalla bocca, si porta via anche l'ansia e i pensieri negativi. Essere già preparati a questo esercizio e ripeterlo appena prima di cominciare a parlare, ti scioglierà i nervi… almeno quel tanto che basta per rompere il ghiaccio!
Punto 2: mi faranno domande complicate e non saprò rispondere.
Probabilmente al termine del tuo discorso qualcuno ti farà qualche domanda. E se ti dicessi che è esattamente quello che ci si augura quando si fa un discorso? Prova a pensarci: se sorgono domande nel pubblico è perché, prima di tutto, ti hanno ascoltato (credimi, non è scontato!) e, in secondo luogo, hai suscitato interesse (essere ascoltati non è scontato, ma essere ascoltati con interesse è davvero il massimo che si possa desiderare!).
Altro punto da tenere sempre a mente: da chi arrivano le domande? Naturalmente dipende dal tipo di intervento, ma in generale possono arrivare da persone del tuo settore, oppure da "profani dell'argomento".
Nel primo caso, potrebbero essere persone con una conoscenza più profonda di quella che hai tu in questo momento: sarà un confronto costruttivo! Le domande saranno mirate ad approfondire punti che, per mancanza di tempo, non hai potuto spiegare profusamente e ne avrai ora l'occasione. Altrimenti potrebbero chiederti un parere personale relativamente al tuo discorso e potrai confrontarti con qualcuno che, magari, ci è già passato. Niente di tutto questo può portare a brutte figure, ma anzi, ad un accrescimento reciproco!
E se le domande arrivassero da qualcuno di non esperto? Generalmente chi non si sente padrone della materia preferisce un colloquio privato col relatore. Se però dovessero esserci domande di questo tipo, saranno più che altro volte ad una migliore comprensione del discorso e non saranno difficili da soddisfare.
Cambia prospettiva!
Ti sei mai chiesto perché a te viene l'ansia, mentre ogni giorno i docenti vanno in aula e parlano davanti a decine e decine di persone senza batter ciglio? Sono forse dei fenomeni? Assolutamente no! Sono solo più consapevoli! Sanno perfettamente di essere padroni della materia e di parlare a persone che ne sanno meno di loro sull'argomento.
Se sei tenuto a fare un discorso in pubblico, vale lo stesso per te. Se tocca a te farlo, è perché in quel momento, tu sei il più qualificato per questo scopo. Nessuno conosce meglio di te quello che stai per dire, semplicemente perché è il tuo lavoro, il tuo discorso, la tua scaletta. L'esperto in sala sarai tu: nessuno potrà contraddirti o metterti in difficoltà! Al massimo ci potranno essere scambi di opinione che saranno utili ad entrambe le parti per crescere e migliorarsi.
Più facile a dirsi che a farsi? Probabilmente si, ma ti assicuro che esercitarsi a cambiare punto di vista sui problemi fa tutta la differenza tra il trovarsi bloccati e impacciati e il riuscire a dimostrare quanto lavoro e impegno ci stanno dietro quei pochi minuti sul palco!
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