La superstizione è costituita da un insieme di pratiche e di rituali (come toccare ferro, evitare i gatti neri, ecc) che si ritiene abbiano il potere di scacciare le sciagure o regalarci fortuna e benessere.
Di solito sono legate alla credenza magica e irrazionale che alcuni oggetti o riti abbiano il potere soprannaturale di influenzare la nostra vita e la nostra sorte.
Nella nostra cultura la superstizione è considerata una convinzione arretrata, frutto di ignoranza, eredità di una cultura sorpassata.
E se invece potesse davvero portarci fortuna? Se le superstizioni fossero efficaci?
La scoperta sorprendente è arrivata nel 2010, quando il Prof. H. Brody ha suggerito che più forte è la convinzione che il rituale superstizioso sia efficace, più sarà positivo il risultato. Insomma, se crediamo davvero che la superstizione abbia effetto, se crediamo che toccando ferro passeremo l’esame, probabilmente sarà così!
Questo concetto non è nuovo nel panorama della psicologia, il piú noto effetto placebo si basa sullo stesso presupposto: la nostra salute può migliorare anche a seguito di un trattamento inefficace, se crediamo fermamente nell’efficacia del trattamento. Chiaramente con una serie di limiti e di variabilità personali.
Superstizioni ed effetto placebo si basano sull’aspettativa di efficacia: più forte è l’aspettativa di efficacia di un rituale o di un trattamento, più sarà efficace. Se ritengo che una terapia sia inefficace, aumentano le probabilità di insuccesso della terapia, se credo che una terapia mi guarirà, aumentano le probabilità di successo della stessa; allo stesso modo, se ho la convinzione che il mio ciondolo porti fortuna, probabilmente quando lo indosseró la giornata mi apparirá migliore, se credo che incrociare un gatto nero porti sfortuna, è possibile che la mia giornata mi sembrerá un disastro se mi capitasse di incontrarne uno.
Le aspettative che abbiamo influenzano il nostro modo di agire, di relazionarci con gli altri e con la realtá, cambiano il nostro impegno nei confronti dei compiti che dobbiamo svolgere, dirigono la nostra attenzione: diventano una sorta di lente, di filtro che ci fa osservare il mondo con una sfumatura diversa. E questa lente finisce per confermare le nostre aspettative iniziali.
Per capire come mai questi semplici gesti possono cambiare la nostra sorte, dobbiamo conoscere la ragione che ci porta a mettere in atto dei comportamenti tanto irrazionali. E la ragione è il bisogno di controllo.
La superstizione entra in gioco quando sentiamo di non avere controllo sulla situazione che stiamo vivendo, quando sentiamo che il risultato non dipende da noi. In questi casi, possiamo mettere in atto un gesto, un rito, un comportamento magico che ci illude di poter controllare in minima parte il nostro futuro.Sto per affrontare un esame difficilissimo, devo sottopormi ad un intervento chirurgico, devo prendere l’aereo e sono spaventato. Sono situazioni in cui non ho pieno controllo, il loro esito non dipende da me. Allora tocco ferro, incrocio le dita o porto con me un ciondolo o un oggetto portafortuna. Questo piccolo gesto, mi regala quell’illusione di controllo di cui ho bisogno per affrontare più serenamente l’esame, l’intervento o il viaggio.
Questa correlazione tra mancanza di controllo e utilizzo di rituali superstiziosi è stata verificata dalla Professoressa G. Keinan nel 2002 e spiega anche come mai le superstizioni siano più frequenti nella popolazione femminile: anche nella nostra società, le donne sentono di avere meno controllo sulla loro vita rispetto agli uomini.
Le superstizioni hanno origini antichissime e sono presenti in ogni cultura e società e, sebbene siano del tutto irrazionali, hanno una funzione importante nel regalarci l’illusione di poter controllare delle situazioni altrimenti fuori dal nostro controllo. Questa illusione di controllo, questa fiducia nel potere del portafortuna e del rito magico, ci permette di affrontare con maggiore serenità alcune sfide, di placare l’ansia e, a volte, ci aiuta ad ottenere quello che desideriamo.Se è vero che i comportamenti superstiziosi il più delle volte sono innocui, è vero anche che più acquisiamo sicurezza nella nostra capacità di influenzare gli eventi, meno dovremo ricorrere a rituali e soluzioni magiche per spiegare il mondo. Il rischio di attribuire a fattori esterni la nostra fortuna o sfortuna è pensare di non avere margine di miglioramento, e credere sempre con maggiore convinzione di non poter cambiare la nostra situazione.
Solo quando riusciamo a vedere che quello che ci accade dipende anche da noi stessi, solo quando ci rendiamo conto che possiamo agire sulla nostra vita, abbiamo la possibilità di cambiare le cose.
Riferimenti
Brody, H. (2010). “Ritual, Medicine and the Placebo Response,” In: W. Sax, J. Quack, and J. Weinhold, (Eds.) The Problem of Ritual Efficacy, pp. 151-167, Oxford University Press.
Keinan, G. (2002). “The Effects of Stress and Desire for Control on Superstitious Behavior,” Personality and Social Psychology Bulletin, 28, 102-108.