10 cose che non sai sullo stress - episodio 2
Ti sei mai chiesto da dove arrivi la parola stress?

Ho condotto una breve intervista tra i miei amici e colleghi: quasi tutti (forse anche tu) sono certi che la parola stress derivi dall’inglese. Anche io pensavo fosse cosí. È comprensibile: molte parole che usiamo oggi sono americane, ne troviamo tantissime anche nel mondo della psicologia: stress management, borderline, burnout, strategie di coping, counselling, life coach… sono tutte parole che potresti aver ascoltato negli ultimi anni.
Eppure la parola stress, che suona cosí americana, deriva dal latino. Insomma...ce la siamo inventata noi!
Viene dalla parola latina strictus che significa stretto, serrato.
Quando l’ho scoperto, ho pensato che associare lo stress a qualcosa di stretto fosse perfetto: quando sono stressata, mi manca il respiro, come se avessi la gola stretta e non passasse piú l’aria.
In veritá, non ha nulla a che vedere con le sensazioni che proviamo. Inizialmente la parola stress è stata usata in fisica per indicare le forze che agiscono su un corpo quando proviamo a deformarlo, quando proviamo a piegarlo per esempio. E, se vogliamo deformare un pezzo di metallo (come un cucchiaio), ci sono almeno due forze che agiscono: la nostra forza, quella che noi usiamo per storcere il metallo, e la forza del metallo, che si oppone alla nostra e fa resistenza.Queste due forze opposte sono lo stress. Il loro risultato è un cucchiaio un po' piegato, ma non rotto, perché ha resistito.
E noi siamo un pó come questo cucchiaio. Quando siamo stressati, anche noi abbiamo due forze contrastanti che agiscono: da una parte c’è la vita, le situazioni che ci accadono, che ci mettono alla prova e cercano di piegarci, dall’altra ci siamo noi, con le nostre forze, con tutte le strategie che mettiamo in atto per contrastare quegli eventi stressanti.
Per la psicologia, queste ultime sono lo stress che, come abbiamo detto nel precedente articolo, è una forza interna, la forza che noi opponiamo alle situazioni che cercano di piegarci.
Le prove di stress vengono fatte sui materiali per verificare il loro punto di rottura: i materiali vengono compressi, deformati, piegati per capire se saranno resistenti. Allo stesso modo, la vita ogni giorno ci presenta delle situazioni stressanti, degli stressor che cercano di piegarci, che mettono alla prova la nostra risposta di stress.
Fortunatamente il nostro cervello è molto resistente e si è evoluto per reagire e continuare a funzionare anche nelle situazioni piú difficili.
Ma le persone non sono proprio come pezzi di metallo! Per piegare un pezzo di acciaio é necessaria molta forza, deve essere sottoposto ad uno stress molto intenso. Noi, invece, non stiamo male solo quando ci accade qualcosa di grave: a volte siamo sensibili a stress leggeri ma prolungati nel tempo.Come la goccia che gocciola dal lavandino e non ti fa dormire, o il ticchettio dell’orologio che non ti fa concentrare. Spesso non ci accorgiamo di quanto qualcosa ci abbia turbato o infastidito, e ce ne rendiamo conto solo dopo molto tempo, quando romai siamo giunti a saturazione, quando non abbiamo piú risorse per proteggerci.
Le situazioni molto stressanti sono facili da riconoscere, quelle veramente insidiose sono quelle piú lievi, che sembrano non avere effetto su di noi: le situazioni della nostra quotidianitá che ci scalfiscono lentamente. É lì che dobbiamo portare la nostra attenzione per imparare a gestirle al meglio.
Il tuo cervello ha infinite possibilitá e puoi imparare a riconoscere e gestire anche queste situazioni con le tecniche adeguate ed evitare che col tempo diventino dannose per te e per la tua salute.
Ti è mai capitato di avere una reazione esagerata a qualcosa di insignificante, solo perché era la centesima volta che accadeva? La tipica goccia che fa traboccare il vaso?
Pensaci per qualche istante e, se vuoi, condividi con noi le tue riflessioni lasciando un commento.