Perché si piange di gioia

E se la felicitá non fosse lí dove la stiamo cercando?

L’emoticon che ride e piange (laugh-cry face) é ufficialmente la piú popolare ed utilizzata del 2021.

Esprime una manifestazione emotiva che molti di noi hanno provato e che definiamo come piangere di gioia.

Le ragazze negli anni ’70 al concerto dei Beatles piangevano di gioia; rivedere una persona cara dopo tanto tempo, assistere al matrimonio di un figlio, sono situazioni che possono scatenare questa reazione.
Quando piangiamo di gioia, stiamo provando un’emozione positiva, ma questa viene accompagnata da una manifestazione tipica delle emozioni negative, il pianto. Può accadere peró anche l’inverso: alcuni di noi sentono il bisogno di ridere o ridacchiare durante le tragedie, ai funerali per esempio, o dopo aver ricevuto delle notizie negative. 

Si chiama Dismorphous expression of emotion, tradotta in italiano (in modo un po’ approssimativo, poiché non esiste un equivalente nella nostra lingua) espressione dismorfica delle emozioni.
Di questa categoria di “emozioni distorte” fa parte anche il desiderio che proviamo di stringere i cuccioli o di pizzicare le guanciotte dei bambini: in questo caso, l’emozione che proviamo è la tenerezza, ma il gesto di pizzicare è un gesto aggressivo, che potrebbe infastidire l’altra persona. 

Recentemente, la Dott.ssa Oriana R. Aragón dell’Universitá di Yale ha indagato questo fenomeno, scoprendo che questo tipo di manifestazioni (piangere di gioia, ridere in situazioni dolorose ecc) si verifica quando proviamo un’emozione così intensa da sentirci sopraffatti: il nostro corpo non riesce più a gestirla e mette in atto questo strano comportamento. In questo modo, il cervello cerca di controbilanciare l’emozione manifestando il suo opposto: se stiamo provando una gioia troppo intensa, il nostro cervello bilancerá la felicitá’ con il pianto; se stiamo provando un dolore troppo forte, combatterá il dolore con le risate. In questo modo, non raggiungeremo mai quel picco che ci farebbe perdere il controllo, quel livello di gioia o di dolore che potrebbe essere nocivo per il nostro corpo. 
Non solo, le persone che manifestano piú di frequente queste strane emozioni, sono capaci di autoregolarsi anche nella vita quotidiana e ritornare piú rapidamente degli altri ad uno stato di calma. Dopo un forte stress emotivo, tutti raccontiamo di aver provato le stesse emozioni e con la stessa intensitá, ma solo chi ha manifestato anche l’emozione opposta, torna velocemente ad uno stato di tranquillitá: la sua pressione sanguigna scende e il suo cuore torna a battere ad un ritmo regolare piú rapidamente rispetto a chi ha manifestato solo l’emozione congruente e adeguata alla situazione.

La cosa interessante è che, nonostante la gioia sia l’emozione che tutti noi desideriamo provare e ricerchiamo, il nostro corpo non riesce a gestire una gioia troppo intensa e cerca di tenerla a sotto controllo con il pianto. 


Non sarà forse che stiamo puntando nella direzione sbagliata quando rincorriamo la felicitá?
Forse la felicita non è fatta di gioia sfrenata, risate ed eccessi. Forse la felicita non è esagerazione. 

Forse la condizione ottimale per vivere e star bene è quella di serenitá e benessere, che si avvicina piú alla calma, alla sicurezza, alla pace.

Lascio a te la riflessione.


Riferimenti

Fredrickson, B. L., & Levenson, R. W. (1998). Positive emotions speed recovery from cardiovascular sequelae of negative emotion. Cognition & Emotion, 12, 191–220.

Aragón, O. R., Clark, M. S., Dyer, R. L., Bargh, J. A. (2015). Dimorphous Expressions of Positive Emotion: Displays of Both Care and Aggression in Response to Cute Stimuli.


Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare