Una comunità di pace

Nuovo orizzonte

Inizio gennaio 2023, viaggio in Guatemala.

In una zona inserita nel territorio dei narcotrafficanti, sorge una Cooperativa Sociale che apparentemente sembra un’associazione buonista dalle tante idee strampalate di chi crede che tutto il mondo sia gioia e amore: la cooperativa Nuovo Orizzonte.

Qui invece ho avuto modo di conoscere delle persone che mi hanno aperto portali galattici con la loro semplice realtà, vissuta con radicamento e accoglienza.

Ma facciamo qualche passo indietro.

Dal 1960 al 1996 il Guatemala fu scosso da una guerra civile combattuta tra l’esercito guatemalteco, sostenuto dall’America, e un gruppo di ribelli sostenuto dalle popolazioni indigene Maya e ladine che hanno subito un genocidio e dai gruppi rivoluzionari filocomunisti del territorio sud e centroamericano che chiedevano la restituzione delle terre confiscate dalle multinazionali ai contadini.

Fu una guerra complessa, durante la quale intere popolazioni si rifugiarono dentro la selva, in cui tanti migrarono verso il Messico e dove si formò un esercito guerrigliero.

La cooperativa Nuovo Orizzonte è stata fondata da un gruppo di ex guerriglieri che ha cercato di mettere in pratica il motivo per cui erano arrivati ad imbracciare il fucile: costruire una comunità di pace.

Sembra un ossimoro, ma invece è quello che queste persone hanno realizzato.

Io lavoro con le ferite della gente da tanti anni, e le ferite di guerra sono tra le più terribili da sanare, anche nelle memorie dell’albero, figuriamoci da chi l’ha vissuta in prima persona.

Eppure il sogno di questa gente è stato il loro unguento.

La volontà di creare un luogo di resistenza economica alla speculazione occidentale, dove il coaiuto e il coascolto sono la base ideale della costruzione pratica di ciò che hanno fondato, è stato il collante e la spinta non solo a fare ma anche a resistere all’orrore dei ricordi.

Il punto fondamentale è che l’hanno fatto, che ci sono riusciti.

Hanno fondato una comunità con delle leggi interne che mirano alla realizzazione di tutti gli individui presenti nella comunità e all’integrazione di quelli che hanno difficoltà.

Hanno delle camere di discussione dove si riuniscono i gruppi che detengono i vari compiti e che poi riportano all’assemblea generale.

Ma la loro forza sta nel non andare oltre se non si è risolto un problema. 

Interessantissimo è l’aspetto della possibilità di espressione individuale

E’ una comunità che si fonda sui concetti di comunismo, quindi del bene comune. Ma hanno capito che l’espressione degli individui che hanno talenti di tipo imprenditoriale non può essere soffocata, perciò hanno trovato il modo di fondere i due sistemi senza che nessuno dei due cannibalizzi l’altro.

Inoltre, hanno creato un sistema di credito che si fonda sulla fiducia, ma anche sull’intervento di affiancamento nei periodi difficili. Inoltre, se un’attività non va bene per cause esterne, non imputabili al debitore, il debito viene cancellato.

Se invece è da ritenersi responsabile, il debitore non disporrà più della fiducia. Ma tutto è sempre frutto di tanto confronto, prima di arrivare a questo ci sono talmente tanti passaggi che è rarissimo un epilogo del genere.

Sottolineo l’importanza che loro danno agli alberi. Per loro gli alberi sono la fonte prima della vita, quindi hanno ben due vivai: uno per piantare gli alberi che devono tagliare per scaldarsi o per costruire, uno per regalarli alle comunità vicine perché possano riforestare i loro terreni aridi.

Su di loro e su quello che hanno fondato ci sarebbe tantissimo da dire: quello che vorrei sottolineare è che l’hanno fatto e che se loro ci sono riusciti, lo posssiamo fare anche noi.

Molti di noi ormai pensano che il sistema aggressivo di economia occidentale debba essere trasformato. 

Io credo che una vera e sana forma di rivoluzione potrebbe proprio essere quella di creare comunità con uno stampo simile a quello che ho appena descritto.

Io credo nel cambiamento e credo nella rivoluzione non violenta e spero che le mie parole siano fonte di ispirazione per chi desidera creare comunità.

Un abbraccio, Alessandra

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