Nell'ultimo periodo ho pensato spesso al tema della motivazione nell'apprendimento di una lingua. È assodato che per poter imparare una lingua ci vuole tempo e dedizione e che gli studenti più determinati sono quelli che riusciranno a raggiungere i propri obiettivi più facilmente e rapidamente. Ma quanto di questa motivazione deve venire dall'esterno, da noi insegnanti?
Faccio una premessa alla base di queste riflessioni. Più o meno nello stesso periodo ho iniziato a dare lezioni di inglese a due ragazze C. & A., due giovani professioniste molto brillanti che hanno deciso di fare 3 lezioni a settimana con me. Entrambe partivano più o meno da livello "Beginner" ed mi hanno detto di aver bisogno dell'inglese per motivi di lavoro.
Per farla breve ho notato che, nonostante il livello di partenza fosse molto simile, A. (che partiva pure da un livello leggermente più basso) ha già fatto dei progressi maggiori di C. in quanto a vocabolario, apprendimento delle strutture linguistiche ecc. Cosa hanno di diverso queste due studentesse? Alla fine, se entrambe partono dallo stesso livello, hanno le stesse necessità, la stessa età e sono entrambe sveglie, cosa può cambiare? Eppure, vedo una differenza abissale tra le due. E questa differenza la fanno la motivazione e il mindset.
A.ha una mentalità più risolutiva: mi ha spesso detto che risolvere problemi è letteralmente il suo lavoro (fa la programmatrice informatica) e che ha deciso di vedere l'apprendimento inglese come un ulteriore problema da risolvere. Il suo mindset dice: "o lo risolvo o lo risolvo". C. invece, si butta giù molto facilmente: dice di essere una nullità, che non saprà mai l'inglese, che "tutti lo sanno tranne lei". E questa mentalità non è relegata solo all'inglese, ma anche ad altri ambiti della sua vita.
Con C. le lezioni si trasformano spesso in piccole sessioni di coaching. Ora, io non sono una mindset coach, sono un'insegnante di inglese, ma so che i nostri pensieri possono influire molto sul raggiungimento dei nostri obiettivi. Parlo spesso con C. di come effettuare uno shift mentale possa fare tutta la differenza. Di come è più importante fare progressi che raggiungere la perfezione linguistica e di come, focalizzandoci appunto sui piccoli passi avanti giornalieri, si può effettivamente capire la distanza percorsa dall'inizio.
Beh, le mie parole stanno funzionando: la settimana scorsa C. mi ha finalmente detto di essere ora in grado di capire più facilmente alcune parole nelle sue canzoni preferite. Ha ammesso che ora capire i dialoghi e i listenings (al suo livello) le risulta facile, anche se con lo speaking ha ancora difficoltà (come di norma succede). Ha addirittura iniziato (di sua spontanea volontà!) un file Excel super strutturato con liste di phrasal verbs divisi catalogati in base al verbo! *Proud teacher moment*
Non nascondo che agli inizi del nostro percorso insieme mi sentivo spesso inadeguata quando si lamentava del fatto che non riusciva ad imparare l'inglese, ma sono contenta di aver insistito e aver cercato di lavorare un po' anche sul suo mindset per farle vedere che in fondo, è tutta questione di prospettiva, di impegno e di volontà.