caro genitore, prenditi cura di te

egoismo o altruismo?

 

Svolgo il mio lavoro di pedagogista clinico ormai da "qualche anno" (ok, da più di due decenni) e incontro prevalentemente genitori. 

Non genitori qualunque, ma persone che hanno voglia di imparare. Chi è curioso, si mette in discussione, si impegna in un processo di apprendimento, rompendo vecchie abitudini e costruendone di nuove è indubbiamente un essere umano pieno di risorse. Concorderete con me che studiare sia meglio che criticare, impegnarsi sia più vantaggioso che lamentarsi, assumersi le responsabilità sia più utile che accusare. Insomma, i genitori che io incontro, oltre a svolgere tutte le attività quotidiane che il nostro ruolo comporta, sono persone che decidono di impiegare una parte delle loro energie alla conoscenza e alla crescita.

 

Ora immaginiamoci la giornata tipo che più o meno risuona così: ci si alza, se si è fortunati si fa colazione da soli in 240 secondi al massimo, poi si comincia a svegliare creature che dal lunedì al venerdì sembrano essersi fuse con un Morfeo mattutino (salvo poi svegliarsi alle 6 e 20 il sabato e la domenica), e si prosegue poi con colazioni, vestiti, cartelle, pianti, mal di pancia, trucco colato, cartelle incomplete, macchina e traffico. Se si è fortunati e non ci sono drammi da affrontare con le mamme davanti alla scuola, si continua con lavoro, colleghi, spesa, nonni, lavatrici, calzini spaiati, sport e compiti. Le ore a disposizione sono sempre più scarse del necessario e si arriva a sera che una semplice doccia, da soli, chiusi in bagno, è un dono inestimabile. La maggior parte delle volte è un dono irraggiungibile, più che inestimabile, perché nel frattempo qualche tatino arriva in bagno con una richiesta urgentissima e prioritaria, che non può in alcun modo attendere 5 minuti. A questo aggiungiamo pure che spesso siamo stati cresciuti con valori dove il sacrificio e la totale dedizione nei confronti del prossimo sono alla base delle relazioni. Se ci si prende del tempo per sé non si è un bravo genitore. Sarai anche andato in palestra per mezz'ora, ma quei chili che vedi sulla bilancia non sono muscoli, ma sensi di colpa.

Ma la scienza dice dell’altro. E ciò che desidero condividere con voi oggi è che la cura di sé è una insostituibile forma di altruismo. Dobbiamo pian piano pigliare questa informazione ed inserirla nei nostri file neuronali. Avete mai sentito parlare di deplezione dell’io? O teoria dell’esaurimento dell’io? Alla fine degli anni '90 lo psicologo Roy F. Baumeister cominciò a studiare questo fenomeno, sostenendo che la mente ha delle risorse limitate. Quando si è stanchi e per tutta la giornata si è stati impegnati a prendere decisioni, a dedicarsi a vari compiti e ad autocontrollarsi, le energie mentali si consumano. Risultato? Minore pazienza, difficoltà all'autocontrollo, maggiore propensione a cedere ad impulsi e a tentazioni

Mettiamola in questo modo: noi umani abbiamo bisogno di carburante per agire bene, per scegliere, per integrare emozioni e razionalità. 

Ognuno di noi ha un serbatoio e, esattamente come una macchina, ha bisogno di essere riempito per procedere. Una macchina, quando rimane senza benzina, si ferma. Un umano ha anche una seconda opzione: oltre a fermarsi c'è anche la possibilità che… esploda. Esploda in reazioni stanche, nervose, esasperate, esagerate. Ora, è da un po' che stiamo insieme con i miei podcast e sappiamo che per un’azione educativa consapevole e benefica sia per i figli sia per i genitori, è fondamentale evitare la reazione incontrollata di rabbia e frustrazione. Sappiamo che siamo noi la guida dell’educazione e che pertanto abbiamo il compito di scegliere soprattutto nelle situazioni complicate, di comunicare in modo efficace, di guidare anche quando i tatini si oppongono, di accogliere le loro reazioni. 

Dobbiamo essere presenti con la testa, col cuore e con il corpo. 


Ci vuole ...tempo, 

                                                    impegno, 

                                                                                        energia.


Altro che deplezione dell’io. La strada per diventare un genitore consapevole ci prosciuga benzina, gasolio, metano e corrente elettrica. Se non stiamo attenti brucia pure il serbatoio, non solo il carburante e noi ci troviamo ad esplodere o a spegnerci. E addio a tutte le nostre buone intenzioni e progetti pedagogici. Quindi, uno degli aspetti più importanti per una buona genitorialità è prendersi cura di sé. Sì, lo so. È un concetto trito e alla fine il tempo è poco generoso. Purtroppo però, se non troviamo il modo di mettere un po’ di carburante, comunque rallentiamo e siamo poco efficaci. Non ho consigli da darvi, perché ognuno ha il proprio contesto. Ma vi invito a fare una lista di ciò che vi permette di ricaricarvi di energia: un libro, un caffè con gli amici,  una corsa, mezz'ora di palestra, un massaggio, una passeggiata, l'estetista. 

Qualunque cosa. E vi invito a vedere quel tempo non come momenti tolti alla famiglia, ma come energie regalate al vostro comune progetto di vita. Se voi aveste la febbre e non riusciste a stare in piedi, andreste ad aiutare un amico a fare il trasloco? E se ci andaste ugualmente, siete sicuri di esser un aiuto e non un impedimento? Se invece tornate a casa, vi curate, guarite e ci andate il giorno seguente, gli dedichereste meno ore ma sicuramente sareste molto più efficaci. Quindi, insieme a tutte le indicazioni pedagogiche condivise, aggiungete pure queste: 

- In una famiglia non esiste il concetto che uno si sacrifica e gli altri stanno bene. Nella famiglia o si vince tutti o si perde tutti.

 - Accertatevi di avere il serbatoio sufficientemente pieno. 

- Ricordatevi che quando vi ricaricate di energia state facendo un regalo anche ai figli. 

- E non dimenticate che quando adottate uno stile educativo consapevole ed efficace state facendo un regalo anche a voi stessi.


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