Caro diario,
è vero che qui mi sfogo di tutte le fatiche e disavventure familiari, ma in realtà sono una donna molto felice della propria famiglia.
E quando dico famiglia intendo dire non solo un marito disordinato e meraviglioso e dei figli creativi ed amorevoli, ma anche i vari nonni che gravitano intorno a noi.
E a dir la verità, concentrandomi sulla mia crescita personale di donna e mamma, qualche bel risultato me lo sto portando a casa.
Ed oggi mi ero ripromessa di scrivere una paginetta di amorevoli considerazioni ricche di gioia e di gratitudine. Giuro, sono partita con le più buone intenzioni.
Sentivo la mia immagine avvolta in una luce fulgida, sentivo la mia mente ispirata da una forza sovrannaturale, quando le urla di Enrico mi hanno prontamente riportata con i piedi per terra, hanno spento tutte le immagini sbriluccicose e hanno trasformato le mie intenzioni ispirate in pensieri molto terreni.
E tu, mio caro diario, se solo avessi il potere della parola (ma per il momento è meglio che tu stia zitto, sono sufficienti le mie), dicevo, se solo potessi parlare, immagino che potresti chiedermi: bella Maya, ma dopo anni di esperienza genitoriale con le tre bestioline in questione, ancora ti stupisci delle urla di un tatino?
A parte il fatto che non è sufficiente una vita per abituarsi a certe manifestazioni emotive acusticamente inquinanti, NO, il mio stupore non è legato all’esserino urlante, ma alle reazioni dei nonni, che non capisco come possano essere le stesse creature che hanno educato me e mio fratello.
Deve essere successo qualcosa nel frattempo, che ha causato una qualche mutazione genetica.
Ora, all’epoca della mia infanzia la signorina Montessori, anzi dottoressa Montessori visto gli altissimi gradi della sua pluripreparazione universitaria, non era particolarmente seguita dai miei procreatori, e vi assicuro che i pochi capricci che mi permettevano di fare non riscuotevano un grande successo. Diciamo che i miei genitori erano piuttosto abili a zittirli.
Ora, questi umani, esattamente con le stesse sembianze anche se con qualche ruga in più, di fronte ai nipoti stanno dimostrando un temperamento piuttosto alternativo rispetto a quello che riservavano a me.
Mentre ti sto scrivendo, ho sentito una scena da brivido: Enrico, da bravo attore, ha inscenato un dramma shakespeariano per la mancanza del gelato desiderato e in ordine si sono susseguite le seguenti scene:
nonna disperata che accorre in aiuto della creaturina piangente
nonno indignato che guarda il congelatore e inveisce contro la madre di Enrico, per altro anche sua medesima figlia, che non ha comprato il gelato per il tatino
nonna che cerca in modo concitato qualche agglomerato di glucosio in borsa, sotto forma di caramelle gelatinose o cioccolatini semi sciolti
nonno che corre al cellulare per distrarre l’infante con video tutt’altro che educativi
nonna che sussurra all’ orecchio: “amore, stai calmo”
nonno che piglia la giacca per uscire a comprare il gelato tanto agognato.
Direi che qualunque altro commento è superfluo.
Ora piglio il podcast della Salmaso e lo riproduco con una cassa acustica a 180 watt. Sia mai che i signori in salotto rinsaviscano.
sabrina salmaso: cosa NON fare e cosa fare di fronte ai capricci