episodio 3 di Maya: ...alla faccia della pazienza...

quando l'incredibile Hulk diventa il mio alter ego


Sono Maya

La stessa mamma dei due episodi precedenti.

Volevo parlarvi di mio figlio Francesco e del suo ciuffo, un componente importante della nostra famiglia (il ciuffo intendo).

C’è chi ha un cane, un gatto, un canarino e chi ha il ciuffo del figlio adolescente, che gode di vita propria e che ovviamente influenza l’umore del suddetto figlio e quindi le dinamiche dell'intera famiglia

In realtà però parlerò della capigliatura di Fra in un altro episodio, magari nel frattempo gli cercherò pure un nome e lo battezzerò (il ciuffo, non il figlio).

Invece voglio parlarvi di quella frasettina fastidiosa della Salmaso:

"Devono essere parole pensate e non reattive".

Ho cominciato ad ascoltare qualche podcast di Risposte Pedagogiche e, siccome sono affetta da decenni dalla sindrome della prima della classe, ho cominciato a leggere blog di pedagogia.

Uff

Che devo dire?

Interessanti

Competenti

Saggi

Indubbiamente veritieri

Ma cacchio, che “pare” pazzesche mi vengono.

Devo ancora decidere se mi facciano più male o più bene.

Ogni tanto una moderata dose di ignoranza ed inconsapevolezza ha il suo perché. Magari cresci dei figli leggermente schizzati, ma con quella inconsapevolezza che ti fa sentire che le cause non dipendano mai da te. 

Wow

Figo

Forse mi darò alla lettura compulsiva di Harmony ed eviterò le varie Salmaso.

 

Purtroppo nel frattempo quella frasetta mi è entrata in testa e a malincuore mi rendo conto che almeno un paio di volte ....all'ora… mi scappa di dire quella parolina ...come la definiva?... reattiva che poi puntualmente mi rimangio.

E a dirla tutta, mi rendo conto che questo non giovi particolarmente alla mia credibilità.

Sì lo so, se ti rendi conto di fare un errore tanto vale andare fino in fondo, evitare di giustificarsi e cercare una soluzione.

Ma.... Non gliela faccio a non trovare qualche piccola giustificazione alla mia reattività.

 

La sera qui in casa c’è un certo inquinamento acustico e non è semplice parlare con voce moderata.

Ma giuro, ci provo sempre.

Vi ho detto che sono sempre stata una secchiona, con tanto di liste e spunte sparse in casa, in ufficio e in borsa?

Forte della mia decennale competenza in to do list e pianificazioni, ogni giorno organizzo in modo impeccabile la serata in famiglia, perché si possa andare a letto tutti puliti e cibati evitando crisi ipoglicemiche notturne.

Quindi...

Stefania dovrebbe farsi la doccia per prima, mentre io preparo la cena ed Enrico guarda un po' di TV ( santa Peppa Pig che mi permette di cucinare due cose).

Nel frattempo, torna a casa mio marito, mi dà il cambio in cucina e a quel punto io dovrei fare il bagno e mettere il pigiama al più piccolino, in modo da anticipare qualche attività prenanna e puntare ad andare a letto prima di mezzanotte.

Francesco dovrebbe finire i compiti e lavarsi dopo cena.

Nella mia ingenua organizzazione dovremmo metterci a tavola puntuali e felici, mangiare chiacchierando amabilmente, e poi dedicarci alle ultime cose per concludere la giornata, darci il bacio della buona notte condito da " ti voglio bene mamma,ti ringrazio  per tutto quello che fai per noi, sei la migliore" e poi rilassarsi fra le braccia di mio marito o di Morfeo. Devo confessarvi che spesso la stanchezza mi spinge verso l’abbraccio del secondo.

Questo piano dettagliato e perfetto poi si tramuta in : Stefania che va in doccia, ma ...non esce; Enrico che urla perché non vuole spegnere la TV; Francesco che strepita perché i professori perfidi lo hanno riempito di compiti e quindi non ha neppure il tempo di venire a tavola ( in questa analisi omette che ha passato minimo due ore al cellulare); la cena che viene condita da lamentele per cibo indesiderato, cartoni animati messi in pausa ( malefica Peppa Pig), docce interrotte e professori crudeli.

Arranchiamo fino al momento del letto, bisbiglio e poi comunico e poi urlo che ora di dormire, spengo la luce, Enrico continua a piangere, mi metto accanto a lui e mi addormento in posizioni improbabili in 10 cm di spazio, alla faccia di marito e Morfeo.

 

Ora, cara Sabri, come faccio a non incacchiarmi?

Come faccio a non perdere la pazienza e a non farmi scappare qualche definizione reattiva, di cui ovviamente pentirmi subito dopo?

E vai con la sindrome della prima della classe.

Cerco la risposta e digito:

Sabrina Salmaso, qualche strategia per mantenere la calma.

 

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