episodio 9 di maya: chiamatemi Alfonso Bialetti

borbotto più di una caffettiera...

Chiamatemi Alfonso Bialetti.

La mia capacità di produrre lamenti continui ed inesauribili assomiglia ad una caffettiera in ebollizione, a cui però ci si dimentica di spegnere la fiamma. 

I miei ragazzi sono in grado di stimolare la mia vena creativa e vi assicuro che partorisco dei lamenti e dei borbottii così originali che a fine giornata sono quasi fiera di me. Sono stanca, a volte pentita, ma orgogliosa della mia creatività. Se avessi avuto questa competenza a scuola mi sarei portata a casa qualche sufficienza in più nei temi di italiano.


Lo so che lo avrete sentito mille volte, da mille voci diverse, ma i miei pezzettini di Dna che girano per casa hanno dei caratteri, come dire,... forti? 

Avrei altri epiteti per definirli, ma ho un certo pudore, per cui mi limito a definirli “forti”.


E’ che non capisco perché non accettino di buon grado i miei consigli e le mie regole che sono davvero di buon senso. 

Non chiedo loro di lavare, stirare, lavorare e frequentare le scuole serali, facendo poi i compiti a lume di candela, stile “Libro Cuore”. 

Le mie sono richieste minime, come il rispetto degli orari, il riporre le cose che utilizzano evitando di spargerle nel pavimento di casa, portare a termine i propri compiti.

Ma ‘ste creature sono tutte d’un pezzo, e non si piegano neppure di un millimetro.

Se hanno in testa qualcosa, neppure una negoziazione diplomatica li sposta. Urla e minacce qualche volta mi permettono di portare a casa qualche minimo risultato, ma con una spesa energetica enorme.

Ma quello che mi dispiace è che in queste giornate c’è un clima sgradevole in casa e sembra che ogni argomento debba essere fonte di lamentele da parte di qualcuno.

Lo so, qualche braccio di ferro con i figli è naturale, ma quando diventa l’unica modalità di relazione è troppo faticoso.

No, non è sempre così, ma ci sono alcune giornate in cui sembra che l’unica risposta sia “NO mamma”.


E poi mi incanto a vedere altri bimbi che chiedono un gelato alla mamma fuori da scuola. Lei risponde di no, perché fa freddo e farebbe mal di pancia. Il bimbo ascolta, incassa e torna a giocare...

E io rimango lì, sconcertata e non capisco come ciò possa accadere.

Dopo qualche minuto arriva Enrico, creaturina mia, e mi fa la stessa domanda: “Mamma, mi compri un gelato?”.

Ok, ho osservato l’altra mamma, ho memorizzato parole, tono ed atteggiamento. Ripasso le informazioni e le riproduco pari pari.

Adesso so come si fa: “Amore, oggi fa davvero troppo freddo e il gelato ti farebbe male la pancia”.

Guardo fiduciosa il mio nanetto, sperando che anche gli altri genitori vedano il risultato della mia nuova competenza: guardate tutti il mio meraviglioso bimbo, guardate come mi ascolta, come capisce, e come accetta le decisioni della sua mamma. In questo momento mi piacerebbe essere al Grande Fratello, per mostrare all’intera nazione come si fa ad essere dei bravi genitori, in grado di affrontare situazioni, problemi e richieste.

Mi preparo alla risposta amorevole del mio piccolino e sono felice che, non appena ritornerà a giocare, io potrò godermi qualche chiacchiera con le gli altri adulti.


NOOOOOOOO, non è giusto, io VOGLIO il GELATOOOO e non ho mal di panciaaaaa!!!”.

“Ma tesoro fa freddo..”

“Senti le mie mani quanto calde sono, e ho pure la fronte sudata…”

Enrico, oltre ad esserci freddo, non ho neppure i soldi con me”

“In macchina ci sono delle monetine, useremo quelle”


Ecco, questo è solo l’inizio di un lungo scambio di messaggi urlati in cui io devo sudare sette camicie per rimanere ferma nella mia posizione, ammesso che ci riesca.


Vedete perché a volte mi trasformo in una MOKA da 12?

Perché vedo altri bimbi ascoltare senza proferire parola, mentre i miei devo questionare su tutto.

Signora, suo figlio ha proprio un bel caratterino. Sarà determinato nella sua vita, si vede fin d’ora...”


Cosa? Devo anche arrivarci alla sua maggiore età, perché se continuo così scapperò di casa e li monitorerò solo con messaggi whatsapp (con notifiche silenziate).

E non dite che dipende da me.

Ho ripetuto la stessa frase della mamma secchiona con bambino perfetto. Ma mi pare che il risultato sia un filino diverso.


Salmaso: mio figlio ha un carattere forte...cosa devo fare?


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