I tre ingredienti per una genitorialità da Nobel, prima parte

prima parte


Non vi sto a tediare con le varie ricerche che vengono fatte in ambito educativo, soprattutto negli Stati Uniti in cui i problemi fra i giovani costituiscono una vera e propria piaga sociale: abbandono scolastico, abuso di alcool e droghe, delinquenza giovanile, gravidanze precoci ed indesiderate. Insomma la lista non si fa mancare nulla.


Gli stanziamenti per lo studio di queste dinamiche sono cospicui e la ricerca di nuove soluzioni che migliorino lo stato delle cose è incessante.


Purtroppo gli esiti non sono particolarmente incoraggianti, ed oggi se ne conosce anche il motivo.


Ma ne parleremo in un altro podcast.


Qui desidero condividere con voi gli esiti di queste ricerche per quanto riguarda l’incidenza dello stile educativo dei genitori sul comportamento dei pargoletti, quando cominciano ad avere peli e ad abbandonare il profumo di borotalco.


Si è visto che le caratteristiche genitoriali che danno i migliori risultati sullo sviluppo e il benessere dei figli sono tre:


1) l’amorevolezza

2) il rigore

3) l'incoraggiamento


Insomma, se desiderate essere dei genitori da premio Nobel siate amorevoli, rigorosi, incoraggianti.


1) L’amorevolezza

Lavoro coi genitori da oltre vent’anni (non cominciate a fare calcoli sulla mia età, please), e se c’è una caratteristica che dalle nostre parti non manca è proprio l’amorevolezza.

È difficile che un genitore non sia perdutamente innamorato del proprio pargolo e che non lo comunichi con una certa frequenza, ognuno ovviamente col proprio stile.


Perché questa amorevolezza venga ben percepita dal tatino è importante anche osservare quale sia il canale che lui preferisce: ci sono bimbi che amano il contatto fisico, altri invece che tendono ad evitare lunghi abbracci e sbaciucchiamenti vari; ci sono bimbi che sono affamati di chiacchiere, dialoghi e condivisioni; altri che sono felicissimi quando vengono coinvolti nelle varie azioni quotidiane; tutti i bimbi poi amano giocare coi propri genitori e si nutrono di quintali di affetto se noi dedichiamo loro del tempo esclusivo per giocare.

Insomma, sommergete i vostri tatini di amore, accertandovi di utilizzare non solo i vostri canali, ma anche quelli del vostro bimbo (non vorrei aprire troppi link cerebrali, ma sappiate che dovremmo fare così anche col nostro partner: qualcuno percepisce amore col contatto fisico, altri con le parole, altri ancora con l’accudimento, altri con l’aiuto, o con le mansioni quotidiane. Uno degli errori principali è che noi amiamo a nostro modo, senza considerare le modalità preferenziali del nostro compagno/compagna. Risultato? Che per quanto ci impegniamo, non viene percepito l’amore che doniamo e per quanto il nostro partner ci ami a noi non sembra mai abbastanza. Fine della deviazione).


2) Il rigore

Su questo argomento non mi risparmio mai. Potete scegliere ad occhi chiusi uno dei miei podcast e in qualche modo ci infilo sempre l’importanza delle regole. Sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale dei nostri bimbi e dei nostri ragazzi. È fondamentale saperle dare bene , senza cadere nella tentazione semplice di essere o accondiscendenti o autoritari. Le regole date bene sono chiare, comunicate nel giusto modo e fatte rispettare con gentile fermezza. Sono il fulcro dell’educazione e se avete voglia di sapere come fare, contattatemiquiCi lavoro da decenni e ho messo a punto una strategia che io amo follemente, perché è efficace e permette di rimanere in relazione coi pargoli anche nei momenti più difficili, insegnando loro comunque e sempre il rispetto delle regole concordate.


3) L’incoraggiamento

Proprio qualche settimana fa abbiamo parlato di fiducia. I bimbi osano, imparano , si impegnano quando ci credono, quando pensano di potercela fare. E la fiducia in se stessi deriva letteralmente da noi, dal nostro atteggiamento e dalle nostre parole. Se noi etichettiamo un bimbo in modo negativo, anche scherzando, e lo facciamo ogni volta che ci arrabbiamo perché non si “comporta bene”, lui non avrà fiducia in se stesso ed investirà pochissima energia per imparare e migliorare. Vi rimando al podcast “ogni bambino ha il bisogno e il diritto di sentirsi un bravo bambino”.


I genitori che credono nei propri figli e lo comunicano in modo adeguato, crescono pargoletti dotati di una buona dose di autostima, di positiva auto percezione, di motivazione e di convinzioni utili per impegnarsi e farcela.


Ecco quindi un mix quasi perfetto:

  • amorevolezza
  • rigore
  • incoraggiamento


Perché quasi?

Vuoi dire che non è sufficiente tutta questa roba qui?


Temo proprio di no.

Manca ancora un pezzetto.

E lo so, a volte sono proprio una guastafeste.


Il condimento della suddetta ricetta, perché funzioni davvero è

LA COSTANZA ANCHE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ .


Ehhhhh??????


Che è sta roba?


Mettiamola così: essere amorevoli rigorosi ed incoraggianti quando

  • le cose vanno bene, 
  • i bimbi ascoltano, 
  • rispettano le regole, 
  • studiano, 
  • prendono bei voti, 

è FACILE!!!! Ed è insufficiente!!!


E vi pare che noi genitori abbiamo compiti facili?

Suvvia, non scherziamo.


Se siamo amorevoli, rigorosi ed incoraggianti solo quando le cose vanno bene, ma ci trasformiamo nell’Incredibile Hulk di fronte alle loro opposizioni, sfide ed errori, diventando dei produttori di parole incazzate e di etichette negative, bhè, allora proprio non funziona.


La vera sfida è essere amorevoli, rigorosi, incoraggianti proprio nei momenti difficili. È lì che serve, è lì che produciamo ragazzi potenti, è lì che facciamo la magia.


E si può fare, se sappiamo come farlo.

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