Scrivo spesso sulla necessità di avere con i figli una relazione verticale e non orizzontale, non una relazione alla pari, non una relazione come fra amici, coetanei.
Nella nostra testa a volte ci sono immagini piuttosto romantiche e irrimediabilmente irrealistiche di noi genitori insieme ai nostri figli, che parliamo, troviamo soluzioni, scegliamo insieme:
- noi esponiamo i nostri punti di vista e loro ne capiscono il valore senza opporsi;
- loro ci raccontano il loro modo di vedere le cose (ovviamente non troppo distante dal nostro) e poi, con tanto amore e il sorriso sulle labbra, decidiamo insieme la soluzione più adatta.
Fichissimo?
Si.
Impossibile?
Quasi
O meglio, bisogna lavorarci per raggiungere un quadretto simile.
E per raggiungerlo dobbiamo passare per la relazione verticale in cui siamo noi a decidere, a dare regole e a farle rispettare, mentre loro fanno un po' di casino per opporsi.
Torno spesso sull'argomento perché la maggior parte delle difficoltà all’interno delle famiglie si possono appianare quando si ristabiliscono i giusti ruoli fra genitori e figli e si smette di cercare la loro approvazione, il loro convincimento, il loro accordo e la relazione alla pari.
Quella si raggiunge quando i ragazzi diventano maturi, competenti e dei giovani adulti.
Ora vediamo il perché.
Il cervello del bambino (e anche dell'adolescente per motivi diversi) è programmato sulla “modalità nutella” (voglio un riconoscimento per le mie definizioni pedagogiche).
In cosa consiste? I bimbi e i ragazzi desiderano subito il vantaggio del qui ed ora, senza pensare alle conseguenze: affogarsi in infinite ore di cellulare, abbuffarsi di episodi in TV, ingurgitare quintalate di cioccolato in sostituzione della verdura (d’altronde sempre di vegetale si tratta), stare alzati il più possibile, evitare o quanto meno procrastinare il momento dei compiti. E poi ancora, non lavarsi i denti, lasciare in disordine, mangiare nutella come se non ci fosse un domani, comprare tutto ciò che passa per la mente.
Perché avviene tutto questo?
Perché loro sono proiettati verso il piacere immediato, alla soddisfazione veloce, alle scorciatoie per ottenere tutto e subito.
Lo ha deciso la natura per motivi di sopravvivenza.
Da un punto di vista neurobiologico, come ci siamo spesso detti, non hanno ancora completamente sviluppato una parte del cervello chiamata corteccia prefrontale, adibita alla lettura del dopo e delle conseguenze.
Ecco perché loro guardano solo l’effetto nel qui ed ora.
Fanno davvero fatica ad andare oltre e a capire profondamente l’effetto delle loro azioni.
Inoltre hanno meno capacità nell’autocontrollo degli impulsi e delle tentazioni.
Quindi: sentono il desiderio immediato in modo potentissimo e totalizzante, non leggono le conseguenze e hanno uno scarsissimo autocontrollo.
Secondo voi?
Con questo mix esplosivo, cosa possiamo aspettarci?
Che ne dite; facciamo una scommessina?
Veniamo ora all’analisi del funzionamento di noi adulti.
La teoria dice che dovremmo avere la suddetta menzionata corteccia prefrontale più sviluppata: vediamo il futuro, vediamo le conseguenze, abbiamo la capacità di aspettare e di autocontrollarci.
È chiaro che anche noi a volte non riusciamo ad attivare questa parte del cervello, anche noi cediamo alle tentazioni immediate, anche noi ce ne freghiamo dei problemi successivi.
A volte optiamo per il divano piuttosto che per l'allenamento, per la Nutella anziché la verdura, per un urlo e non per una modalità strategica.
Ma in generale abbiamo più risorse per alzarci dal letto ed andare a lavorare anche quando faremmo volentieri una vacanzina, per evitare il centro commerciale anziché darci allo shopping compulsivo. Sappiamo cosa è necessario fare e lo facciamo, anche quando ne faremmo volentieri a meno.
Pensiamo al dopo, alle conseguenze e scegliamo non solo in base al piacere immediato.
Questa è una capacità che abbiamo noi (anche se a volte sembra incepparsi, ma questo è un altro discorso).
E no, non ce l’hanno i bimbi, e no, non è ancora completamente sviluppata negli adolescenti.
Questo è il motivo per cui non possiamo avere una relazione orizzontale con i figli, questo è il motivo per cui alcune scelte dobbiamo farle noi, questo è soprattutto il motivo per cui i ragazzi hanno bisogno di una guida e di regole e soprattutto di qualcuno che li aiuti a rispettarle.
Con le regole li aiutiamo a sviluppare comportamenti che tengano conto non solo del vantaggio nel qui ed ora, ma anche delle conseguenze future, li abituiamo a fare scelte un po’ più faticose, ma estremamente utili per il futuro.
Solo con la nostra guida imparano a non picchiare un compagno per un gioco, imparano ad attendere, imparano a mettere via il cellulare quando è ora di studiare, imparano ad andare a letto ad un’ora adeguata, imparano a curare la loro igiene.
Lo imparano grazie alle regole date bene, lo imparano grazie al genitore guida.
Se lo insegniamo bene, poi la regola si trasforma in valore, stimoliamo lo sviluppo delle varie aree del cervello e poi faranno tutto in autonomia.
Impareranno a pensare prima di agire, ad integrare il piacere con il dovere, il momento attuale con il futuro, il sé con gli altri.
A questo punto il rapporto può diventare una relazione alla pari.
A questo punto saranno dei giovano adulti.
Tutte le competenze sociali si sviluppano grazie all’educazione:
- condividere un gioco,
- attendere che un altro finisca di parlare,
- accettare la proposta di altre persone,
- sopportare il fatto di non vincere sempre.
Se non lo insegniamo, i bimbi non lo imparano.
E per insegnare dobbiamo guidare.
Infine, c’è un altro motivo fondamentale per prenderci questo ruolo di guida e non di pari.
Quel cavolo di corteccia prefrontale non si sviluppa da sola, grazie al trascorrere del tempo.
Se così fosse, basterebbe portare un po' di pazienza, basterebbe dare del cibo ai nostri tatini, innaffiarli un pochino e portarli al sole.
Detto fra noi, sarebbe un tantino più semplice.
Ma non è così.
Non c'è una crescita spontanea di quest'area del cervello.
Questo è il motivo per cui esistono adulti vaccinati e pelosi che sono rimasti egocentrati, impulsivi, totalmente incapaci di rispettare le regole sociali, aggressivi, zero empatici, pronti ad esplodere se le cose non vanno esattamente come vogliono loro, che non si controllano.
Esistono questi umani?
Direi proprio di Sì.
Ecco la prova che quella fettina di cervello ha bisogno di un piccolo aiutino per svilupparsi.
È necessario che noi genitori abbiamo questa consapevolezza.
Questo ci permette, da un lato di sviluppare un sacco di belle competenze, perché saper guidare è una bellissima abilità, e dall’altro di aiutare i nostri ragazzi a sviluppare i muscoli cerebrali che serviranno per la loro vita.
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