Oggi prendo in prestito una storia raccontata da Luca Mazzucchelli. Se non lo conoscete, buttateci un occhio. È uno psicoterapeuta ed un divulgatore straordinario con una modalità comunicativa che io amo particolarmente.
È la storia dei due cani.
Ci sono appunto due cani, uno felice e scodinzolante e l’altro arrabbiato e ringhioso.
Entrambi entrano in momenti diversi nella stessa stanza:
- il primo entra e quando esce è ancora più felice;
- poi entra il secondo ed esce ancora più incacchiato.
Una signora vede l’intera scena e decide di andare a vedere cosa ci sia dentro a quella stanza, cosa renda un cane felice e l’altro arrabbiato. Entra… e vede una serie di specchi che riflettono centinaia di volte la propria immagine: il cane felice, entrando nella stanza, vedeva intorno a sé cani scodinzolanti, il cane arrabbiato si vedeva circondato da compagni ringhiosi.
È piuttosto carina questa storia e fa fare qualche riflessione, soprattutto a noi genitori.
Ovvio che non dipende tutto da noi, ma sicuramente una parte della nostra vita e delle nostre relazioni riflette il nostro modo di sentirci, di pensare e di interpretare.
Immagino che in tutta onestà, sia capitato anche a noi di entrare dalla porta di casa con stati d’animo molto carichi.
Quando entriamo felici ed entusiasti, per qualcosa di molto bello che abbiamo vissuto durante la giornata, portiamo con noi un’energia e un modo di leggere le situazioni carico di gioia e positività.
Ovviamente, durante la serata ci sarà pure qualche rifiuto e qualche sfida “figliesca”, ma la nostra energia rende tutto un po’ più leggero.
Se quando torniamo a casa abbiamo già le scatole a mille, abbiamo più facilmente una reattività più scattosa e una pazienza ridotta ai minimi termini, sempre che ce ne sia ancora.
Questo non significa che il clima in casa dipenda esclusivamente dal nostro umore, ma significa che sicuramente una parte è influenzata anche da noi.
Vabbè, lo ammetto, so leggere il pensiero ed ora una vocina, neppure troppo soave, sta rimuginando frasi del tipo:
“vorrei vedere te cosa faresti con i miei figli. Torno a casa e trovo giochi sparsi, vestiti ovunque tranne che nei posti giusti, compiti da fare e cena da preparare; il tutto condito da lamenti, litigi e rifiuti. Neppure il cane scodinzolante resisterebbe a casa mia!”
Effettivamente una stanza simile è una bella sfida, ma devo comunicarvi, seppure a malincuore, che gli specchi riflettono noi e non i nostri figli.
Siamo noi a dover gestire queste situazioni e non loro. Siamo noi a dover trovare soluzioni utili, siamo noi a dover trovare delle buone regole, a doverle comunicare in modo efficace e farle rispettare con serenità.
La nostra competenza, la nostra serenità, il nostro rigore farà risplendere la casa di competenza, serenità e rigore.
Cavolo.
Tanto per cambiare.
Tocca ancora a noi.
Ma vediamola così: meglio entrare in una stanza in cui noi siamo padroni delle dinamiche (seppur con qualche fatica), piuttosto che entrare in un luogo dove, qualunque cosa facciamo, le dinamiche sono totalmente fuori dal nostro controllo.
È il bello del nostro ruolo: chili di responsabilità, qualche etto di fatica, ma quintali di opportunità di crescita per noi e nostri ragazzi.
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