Ho provato ad accontentarlo nelle sue richieste;
l’ho sgridato;
ho alzato la voce;
ho spiegato con dovizia di particolari;
l’ho premiato e per un po’ ha funzionato, ma poi è tutto tornato come prima;
l’ho punito.
Niente.
Le ho provate tutte, ma mio figlio non mi ascolta.
Mentre scrivo questo podcast devo confessarvi che non mi sono molto simpatica.
Mi sento come uno di quei fantastici nutrizionisti che cominciano a dirti tutto quello che non puoi mangiare:
no biscotti
no merendine
niente zuccheri
no carboidrati raffinati
gli insaccati sono veleno
il latte non è adatto
le bevande zuccherate ingrassano
quelle senza zucchero sono piene di aspartame
E quando li ascolti, benché ovviamente abbiano assolutamente ragione e noi dovremmo solo ringraziarli per divulgare le loro competenze, un pochino ci verrebbe da ribattere: “ma con che cavolo mi cibo? Cioè, domattina, se non posso bere latte, niente brioche, zero toast io.. cosa introduco nel mio stomaco? La platessa e l’insalata mi sono indigeste le prime ore della giornata…”.
Ecco, io mi sento una pedagogista che mette a dieta. Insomma una pedagogista scomoda e antipatica:
non urlare, non sgridare, non premiare, non punire, non troppe parole, non giudizi, evita eccessivi complimenti….”
Sì, ma dai...
A questo punto meglio piantare i figli in un vaso, concimarli, innaffiarli e farli crescere senza parole.
Avete ragione
Tenterò la mia debole difesa dicendovi che le parole che ho riportato all’inizio non sono mie, ma sono quelle di molti genitori che si rivolgono a me. E, se anche voi appartenete al grande gruppo dei genitori sperimentatori, avete visto coi vostri occhi che questi metodi hanno poca presa sia sui bimbi più piccini, sia sugli adolescenti.
Quindi?
La verità è che, quando abbiamo un problema, le proviamo tutte e il problema rimane, dovremmo dire più correttamente: le abbiamo provate tutte tranne quella risolutiva.
Abbiamo percorso tutte le strade tranne quella che funziona.
La soluzione è:
agire non per tentativi, ma per conoscenza.
Sapere come individuare le regole utili.
Imparare a pianificarle, sapendo che i figli inizialmente non le rispetteranno.
Comunicarle utilizzando la giusta sequenza delle parole
e soprattutto gestire la loro opposizione con gentile fermezza, rimanendo risoluti, ma con estrema tranquillità.
Quando sappiamo esattamente cosa fare accadono due magie:
1) non abbiamo bisogno di arrabbiarci perché abbiamo la situazione in mano;
2) la nostra pacata sicurezza arriva dritta nelle cellule dei nostri ragazzi, che respirano tutta la nostra rispettosa autorevolezza.
Se avete a disposizione un giusto piano alimentare, saprete cosa mangiare in ogni momento della giornata.
Esattamente ciò che accade con un buon piano pedagogico: sappiamo cosa dire e cosa fare per accompagnare le nostre creature in questa bella avventura che è la vita.
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