Mi riprometto di non urlare più, ma poi...

il pericolo delle buone intenzioni


Una delle cose che vi consiglio con tutto il cuore di NON fare: ripromettervi di non urlare più con i figli.

E sapete perché? Perché, se non sapete come fare, prima o poi ricadrete in questa modalità. Vi arrabbierete, urlerete, con conseguente frustrazione e quintalate di sensi di colpa, tanto per cambiare.

NON FISSATEVI QUESTO OBIETTIVO. Rischiate solo di crearvi frustrazione e malessere, di calpestare la vostra autostima e di ridurre a brandelli il vostro senso di autoefficacia.

E un genitore che si percepisce poco capace, perde un po’ la sua energia e si carica nelle spalle colpe e fatiche poco utili.


Perché succede tutto questo? 

Perché non si può pensare di fare una qualsiasi cosa se prima non si hanno gli strumenti necessari. Bisogna prima recuperarli, conoscerli ed allenarsi. Allora sì che si raggiungono straordinari obiettivi. 


Sapete quante volte ho ascoltato storie di genitori delusi da se stessi con l’errata convinzione di non essere in grado di costruire una relazione gentilmente autorevole con i figli?

E sapete quante volte mi si dice che di avere un buon carattere perché non alzo mai la voce con i miei?

Tutto ciò è una vera sciocchezza. 

Io ho tutto fuorché un buon carattere e i genitori che seguo sono tutto fuorché incapaci.


L’unica vera differenza è la competenza, intesa come conoscenza di strategie ed allenamento pratico, fino a far diventare il tutto un automatismo.


  • Ma perché è così difficile capire questo processo per quanto riguarda la genitorialità?
  • Perché si pretende così tanto senza darsi la possibilità prima di imparare ed allenarsi un pochino?
  • Ma vi pare che un sedentario possa porsi come obiettivo una maratona per il giorno successivo?

Indossa le scarpe, ovviamente inadeguate, esce di casa pieno di buone intenzioni ed entusiasmo, e, dopo pochi chilometri (o metri), comincia a sentirsi stanco, senza fiato, con dolori ai piedi e alle gambe, crampi, sete e cali di energia. Quando torna a casa si racconta che è un incapace, che lui proprio non riesce, che non è in grado di correre.


Ora, va bene che al mondo ci sono i fenomeni, ma temo che per la maggior parte di noi il processo debba essere differente. Scegliamo di voler fare una maratona, scegliamo un consulente, un personal trainer che ci possa far conoscere questo mondo, compriamo un paio di scarpe da corsa adeguate, ci facciamo costruire un piano di allenamento, strutturiamo un'alimentazione utile per il nostro obiettivo, ci mettiamo al lavoro con allenamenti intelligenti e nel tempo... percorriamo i nostri 42 km, riempiendo il nostro bagaglio emotivo di gioia, soddisfazione e senso di autoefficacia.


La stessa cosa vale per il vostro eroico obiettivo di non urlare ai figli: cercate chi può darvi gli strumenti giusti, le strategie più efficaci, studiatele, fatevi costruire un piano di allenamento, esercitatevi un pezzetto alla volta e godetevi i vostri meritati risultati.


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