“A volte mi sento preso in giro da mio figlio.
È furbissimo.
Sembra accettare la regola sul tablet, ma appena andiamo a letto se lo piglia di nascosto e continua ad utilizzarlo.
Mi dice che il papà gli ha detto di sì, anche quando non è vero.
Noi abbiamo la regola che può utilizzare un’ora di cellulare quando finisce tutti i compiti, e lui ci dice di aver concluso tutto, anche se non è vero.
Noi continuiamo a ripetergli che non va bene, che così perde la nostra fiducia.
Che fare?”
Ecco sette utili azioni:
1) Prendete consapevolezza e di questa dinamica ed interpretatela in modo utile:
se sapete che il vostro pargolo si comporta così, prendetene atto e sappiate che se lo ha fatto ieri e lo fa oggi, molto probabilmente lo farà anche domani (finché ovviamente non cambiate voi alcune dinamiche). Interpretatelo in modo altrettanto lucido e consapevole: i bimbi e gli adolescenti sono biologicamente progettati per soddisfare il principio del piacere immediato e se scoprono che alcune soluzioni sono efficaci, non si soffermano sul concetto di “bugia”, ma si focalizzano sul vantaggio di cui godono.
2) Abbandonate la fantasiosa strategia della chiacchierata: “glielo spiego e vedrai che capirà”.
Generalmente i figli ascoltano e capiscono, ma poi difficilmente riescono a cambiare. Alcuni figli gliela fanno, ma hanno già competenze più sviluppate. Nella maggior parte dei casi, promettono e dopo un paio di giorni torna tutto come prima. Questo significa che non dobbiamo parlare con loro?
Macché.
Parlate, chiacchierate, spiegatevi.
È necessario, ma non sufficiente.
3) Non agite sulla base della speranza, ma sulla base della realistica consapevolezza:
spesso noi genitori ci limitiamo a sperare che i figli capiscano ed incrociamo le dita per il giorno successivo.
Speriamo che sia sufficiente la suddetta chiacchierata chiarificatrice.
Insomma, una buona parte della nostra strategia educativa si basa sulla speranza.
Temo che non sia efficace.
Quindi, partite dalla certezza che lo rifaranno e non dalla speranza che non lo rifacciano.
4) Pianificate cosa fare quando loro sicuramente perpetueranno col loro comportamento:
non fermatevi su cosa dire per convincerli a comportarsi in modo diverso, ma decidete cosa fare quando non rispetteranno la richiesta.
I ragazzi imparano con le conseguenze e con l’esperienza. Ma perché queste conseguenze non siano mere punizioni, dobbiamo pianificarle in modo estremamente utile, logico e valoriale.
5) Una volta che avete pianificato le conseguenze, comunicatelo anticipatamente.
“Se farai di nuovo quella cosa, capiterà questo”.
Ricordate, la conseguenza deve essere logica, educativa, coerente e non punitiva.
6) Siate coerenti, rigorosi e fermi con la conseguenza che avete concordato.
Se fate un patto, ma voi siete i primi a non rispettarlo e non fate vivere la conseguenza concordata, non solo i figli non impereranno, ma voi perderete ogni credibilità e farete ogni giorno più fatica ad farvi ascoltare.
7) Condite il tutto con atteggiamento paziente, rispettoso ed empatico, perché se fate le cose giuste, ma utilizzate un comportamento ed una comunicazione incazzata, umiliante ed aggressiva, vanificate il tutto.
E davvero si può fare tutto questo?
Assolutamente sì.
Esiste un metodo che ho messo a punto in oltre vent'anni di lavoro come pedagogista clinico, ed esiste un modo per contestualizzarlo in ogni situazione della vostra vita.
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