Mio figlio si distrae.

Qualche utile consiglio per insegnargli il valore del tempo

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Cari genitori, oggi parliamo di quei bambini che faticano a concentrarsi. 

Che si tratti di fare i compiti, preparare lo zaino o semplicemente fare colazione, ci mettono tantissimo tempo, perché si distraggono facilmente. 

Questo blogcast non permette una dettagliata analisi di ogni situazione, ed è importante fare una precisazione: non ci stiamo riferendo ai bambini con disturbi dell'attenzione, che necessitano di un percorso di osservazione, diagnosi e strategie specifiche.

Parliamo invece di quei bambini che riescono a concentrarsi perfettamente quando sono coinvolti in attività piacevoli, ma tendono a distrarsi nei compiti più noiosi, allungando i tempi in modo piuttosto esasperante, almeno ai nostri occhi adulti. 


Una delle cause della distrazione è legata al valore che si attribuisce al tempo: distrarsi significa non dare valore al tempo a disposizione (ed ovviamente questo vale per tutti, anche per noi genitori)

Alcune ricerche mostrano che, avendo tanto tempo, tendiamo a essere più lenti nei compiti. Al contrario, quando ne abbiamo poco, ci concentriamo meglio e li svolgiamo più rapidamente.


I bambini, specialmente i più piccoli, hanno una percezione del tempo ancora non ben definita.

Non possiamo pretendere che capiscano i nostri “5 minuti”, o che sappiano dare un valore alla nostra “fretta mattutina”.

Ma quando il nostro bimbo, ad esempio delle elementari, continua a metterci tanto tempo a svolgere delle routine quotidiane, possiamo pensare ad un modo per aiutarlo a dare un valore più prezioso ad alcuni momenti della giornata.

La distrazione, come abbiamo detto, è spesso legata allo scarso valore che diamo alla risorsa “tempo”.


Facciamo un esempio pratico: io durante la settimana ho poco tempo per sistemare casa, poiché comincio le mie giornate lavorative ad un orario quasi illegale. Qualcuno mi definirebbe un’allodola che anticipa pure l’alba. 

Quando sistemo bagni e camere sono l’incarnazione femminile di Flash.

Arriva così il sabato mattina, a cui mi dedico con calma alle mie faccende domestiche, accompagnata da musica, pause caffè e lunghe telefonate.

Per fare gli stessi lavori di casa (ovviamente con qualche cura in più) ci metto almeno il sestuplo del tempo rispetto agli altri giorni.

Il motivo?

Ho semplicemente più tempo a disposizione e, l’abbondanza, ne riduce inevitabilmente il valore.

Insomma, conosciamo tutti la legge della scarsità in economia, per cui, quanto più raro è un bene, tanto più elevato è il suo valore percepito:

questo vale per il denaro, l’olio, la carta igienica e lo Scottex.

Sono l’unica che si ritrova senza carta da cucina e comincia a centellinare ogni singolo strappo rimasto?

Tutto questo per dire che, se non diamo dei limiti, il tempo diventa una risorsa poco preziosa, a cui dare poco valore: non c’è quindi bisogno di concentrarsi, non c’è bisogno di raccogliere le proprie energie per svolgere velocemente un compito.


Cosa significa tutto questo?

Che dobbiamo esser sempre concentrati, rapidi e veloci per massimizzare la nostra produttività in ogni istante della propria vita?

Omioddio, NOOOOO!


Se il sabato mattina desidero godermi la lentezza, lo faccio con somma gioia.

C'è un valore anche nella lentezza delle azioni, nella calma, che ci premette di godere le mille sfumature della vita.

Ma ci sono altri momenti in cui è fondamentale dare un valore importante al tempo, è importante rispettare orari, appuntamenti, impegni, perché noi viviamo collegati anche ad altre persone, e ogni nostro ritardo rischia di invadere il tempo di un’altra persona.


Torniamo ai nostri pargoli.

Mi sentirete ripetere spesso che per me, in EDUCAZIONE, è molto più utile la congiunzione “E”, piuttosto che la “O”.

Cosa significa?

È più utile educare i figli alla lentezza o alla concentrazione?

Desideriamo che si godano i momenti con i loro tempi o è giusto che si velocizzino, altrimenti facciamo tardi?


Questa è la mia risposta pedagogica: è utile insegnare ai nostri figli il valore del tempo, insegnare loro che ci sono momenti lenti e ci sono invece delle situazioni in cui è importante concentrarsi e velocizzarsi.

È utile insegnare ai bambini che ci sono diversi contesti, è utile dare loro più strumenti possibili: la lentezza e la velocità.

Nella vita servono entrambe (ecco perchè mi piace la congiuzione "E". Educhiamo ed alleniamo entrambe le modalità).


Il tempo della colazione si allunga perché giocano, cantano o si distraggono ? 

È giusto così, loro non hanno la percezione del valore del tempo, pensando di averne all'infinito.


Dobbiamo modificare questo comportamento? 

Dipende. Se è un weekend rilassato, perché dobbiamo far loro fretta? 

Ma se questa abitudine causa stress o ritardi, allora sì, è arrivato il momento di dar loro anche altri strumenti .

Se le conseguenze della lentezza sono significative - come arrivare in ritardo a scuola o al lavoro - allora è il momento di agire. 

Come fare?

Rendendo il tempo prezioso e limitato. 

Ad esempio, stabilendo che la colazione duri 20 minuti. Quando il tempo finisce, si passa all'attività successiva. In questo modo, il bambino capisce che il tempo non è infinito e inizia gradualmente a dargli valore, concentrandosi di più.


Alcune accortezze:

  1. Ricordate, stiamo parlando di bambini senza disturbi specifici di attenzione.

  2. Comunicate la regola in anticipo, almeno il giorno prima, spiegando bene i vantaggi di questa nuova organizzazione. Ricordate loro che, quando il tempo finisce, bisogna riporre tutti gli alimenti, anche se non hanno finito di mangiare.

  3. Siate rigorosi con il patto educativo, senza negoziazioni.

  4. Siate super gentili e super consolatori, quando i vostri figli vi esprimono la loro frustrazione e il loro dispiacere, dicendo che sicuramente nei giorni successivi saranno sempre più abili a gestirsi il tempo.

  5. Ovviamente, questa regola va assolutamente adattata all’età dei piccoli, alle loro capacità, al contesto.


Le cose da evitare quando insegniamo ai nostri pargoli il valore del tempo sono:

1) le prediche infinite, senza poi porre limiti di tempo;

2) irritanti parole tipo “dai, dai, dai”, che hanno il potere di rallentare anziché velocizzare;

3) la pretesa che loro sappiano già gestirsi il tempo: si tratta di una competenza che va allenata, non pretesa

4) usare solo le parole senza passare per esperienze concrete, anticipate e pattuite.


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