non ho tempo di giocare con mio figlio

qualche suggerimento concreto


La domanda di una mamma:

"Io mi ritrovo sempre con un nodo in gola, a fare mille cose, mettere in ordine, etc e mai un briciolo di tempo per tutto quello che scrivi...niente giochi solo corse...ma come si fa?"

Ho ricevuto una decina di messaggi in cui, soprattutto le mamme, mi hanno scritto che non riescono a trovare il tempo per giocare. Capiscono l’importanza di questo passaggio, ma fra il lavoro, la gestione della casa, gli impegni dei figli, lavatrici, spese e cene... non riescono a sedersi su un tappeto e giocare con i Lego.

Ci tengo moltissimo a condividere con voi tre punti essenziali:

1) Non sentitevi in colpa! Lo so che ogni volta che si legge un’informazione, un consiglio, un obiettivo scatta in noi il paragone e, se non siamo coerenti con quella informazione, rischiamo di sentirci a disagio. Nel momento in cui leggiamo che il tempo del gioco è fondamentale per lo sviluppo socio-affettivo del nostro bambino e vediamo che noi non lo facciamo, ecco che maturiamo un senso di dispiacere, o peggio, di colpa. 

Io dico sempre che i sensi di colpa nascono nel momento in cui si partorisce un figlio, perché i nostri obiettivi e le nostre intenzioni sono a volte irraggiungibili. 

Ridefiniamo questo concetto: il senso di colpa lo chiameremo da ora in poi senso di amore, perché altro non è che il nostro insaziabile desiderio di fare il meglio per le nostre creature. E siccome le amiamo infinitamente, desideriamo essere infinitamente adeguati ed efficaci. Quindi, quella cosa lì, quel mal di pancia, quel senso di inadeguatezza, non è altro che amore, desiderio di agire per il meglio, benzina per migliorarsi sempre. È fondamentale però procedere nel cammino del miglioramento continuo in modo sereno, graduale, leggero, divertente e senza giudizio. Anzi, con un giudizio di stima nei nostri confronti, che non smettiamo mai di essere curiosi e di imparare, un ingrediente fondamentale per una vita energica.

Dobbiamo modificare il nostro pensiero: 

Devo imparare perché sono sbagliata, non riesco a fare nulla, sono incompetente, non sono un bravo genitore”,

trasformiamolo in:

Voglio imparare perché la vita è un cammino continuo, in cui ogni passo è fonte di apprendimento. Voglio imparare perché domani desidero essere una versione migliore di me, perché do un senso più pieno alla mia vita, perché insegno ai miei figli la preziosa arte della curiosità e dell’allenamento”. 

Insomma, trasformiamo l’ “imparo perché non valgo” in “imparo perché la mia vita ha grande valore”.

2) Il tempo: vi confesso che io sono l’ultima persona al mondo che si possa permettere di parlare di organizzazione del tempo. Conoscete la saga di Twilight? Io per dovere professionale leggo spesso i libri per bambini e ragazzi, e non li amo neppure un pochino. Non li amo... Li adoro letteralmente, e mi emoziono come una ragazzina di fronte a maghi, vampiri e lupi mannari, ma questo è un altro discorso. Nella saga viene descritta la vita dei vampiri, esseri immortali, che non hanno bisogno di dormire e hanno a disposizione un tempo infinito. Ecco, io avrei bisogno di quella cosa lì per fare tutto ciò che ho in mente. Quindi, non parlerò di organizzazione del tempo. Ma, posso dirvi che a volte il tempo non è necessario per apportare dei miglioramenti. Non è sempre necessario per giocare coi propri figli...No, non sono impazzita e non mi sono trasformata ancora in vampiro (anche se ci sto lavorando). In realtà giocare è più un atteggiamento mentale  e lo si può attuare mentre si fanno altre cose. 

Vi faccio qualche esempio concreto: 

mentre siete in macchina cominciate a fare il gioco degli indovinelli, raccontate storie, costruite storie, fate il gioco del “se potessi avere un superpotere, quale sceglieresti?”, fate il gioco delle associazioni delle parole, inventatevi i giochi “verbali” che preferite. Sono divertentissimi e si possono fare in mille occasioni, mentre si fa da mangiare, ci si lava, si guida, si fa la spesa, si attende il proprio turno dal pediatra. Anche raccontare fiabe è un gioco. Se avete bambini piccoli, fatevi aiutare in casa sotto forma di attività ludica. Mentre preparate da mangiare, date qualche intruglio da mescolare. Si possono fare giochi di ruolo mentre si fa la spesa, e si può far finta di essere dei personaggi, delle principesse, dei supereroi, degli archeologi che hanno ritrovato dei dinosauri vivi e devono fare la spesa per loro. Se entriamo in questa modalità, tutto può diventare un gioco. Mentre ci si fa la doccia, si possono fare pozioni magiche e ... udite, udite, gli stessi compiti possono essere divertenti, con giochi, indovinelli e trasformazioni di ruoli. Ne parleremo in dettaglio in un altro podcast. Attenzione, questo non significa vivere in modalità ludica 24 ore al giorno. La ricetta della genitorialità e delle relazioni in generale comprende molti ingredienti: momenti di serietà, di confidenze, di regole, di analisi, di consegne, di impegni. A tutto ciò è fondamentale aggiungere divertimento, leggerezza, gioco, creatività. Ed ecco che ci siamo ricavati momenti spensierati senza modificare di un secondo gli impegni della giornata.

3) La regola dei 5 minuti. Quando decidete di apportare una modifica alla vostra vita, che sia una dieta, un allenamento, una nuova abitudine che ritenete positiva (in questo caso, sedersi sul tappeto coi vostri bambini o stare un po’ coi vostri adolescenti semipelosi), partite da piccolissimi obiettivi, facili e raggiungibili. In questo modo è più semplice introdurli nella nostra quotidianità, è più semplice rispettare l’impegno tutti i giorni, è più semplice trasformarli in abitudine: il nostro cervello è contento del successo, si motiva, e trova l’energia per continuare. E poi, 5 minuti al giorno sono 35 minuti alla settimana, 150 minuti al mese, 1825 minuti in un anno: vi pare poco? È un’enormità, sia che parliamo di allenamento, sia che parliamo di gioco coi nostri piccoli.


Quindi, con il nostro senso di amore, con un atteggiamento ludico e con 5 minuti al giorno condiamo la nostra relazione coi figli di leggerezza, gioia ed intimità.


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