Perché i figli non diventano autonomi in quelle semplici azioni quotidiane che chiediamo loro?

lavati le mani, lavati i denti, sistema la camera, prepara la cartella...


Se ci pensiamo bene, i problemi con i figli nascono spesso dalla disattesa di semplici azioni quotidiane di routine: lava le mani, sistema le scarpe, lavati i denti, prepara la cartella, sistema i giochi, metti i vestiti sporchi nel cesto...

E come dice Maya, non è la prima inadempienza a creare il conflitto, ma il continuo ripetere delle nostre richieste a cui segue l’opposizione dei figli.

O meglio, spesso non si tratta neppure di opposizione attiva, ma di prolungata dimenticanza.

Amore, prepara lo zaino

Sì mamma, fra un pochino

E su questo “pochino” si apre un capitolo sulla percezione filiale del tempo, detta anche teoria della relatività.

In genere, dopo questa risposta segue un’amnesia definitiva e il suddetto figlio si perde nelle proprie attività ludiche senza aver trattenuto mezza informazione della precedente richiesta.

Quali sono i principali errori di noi ingenui e speranzosi genitori?

1) Pensare che sia sufficiente dirlo perché lo facciano: immagino che la vostra esperienza quotidiana sia già abbastanza esplicativa su questo argomento. I bambini e ragazzi non hanno un file dove registrare queste informazioni, semplicemente perché il loro naturale focus è indirizzato alle fonti del piacere immediato.

Anche a noi adulti capita questo. Se vedo una spia della macchina accesa, non è che la mattina successiva mi fiondi in officina. Generalmente me ne ricordo la volta successiva che accendo la macchina. Diciamo che ognuno di noi ha le proprie priorità e le proprie automatiche rimozioni mnestiche.

2) Il secondo errore è quello di ripetere mille volte la stessa richiesta, esattamente allo stesso modo, magari arricchita di qualche noiosissima spiegazione, ma pur sempre iper-ripetitiva. In educazione, più ripetiamo le cose, più la nostra parola perde potere. Una vera fregatura.

3) Il terzo errore è quello di litigare, creando così un ancoraggio negativo: ne abbiamo parlato nel podcast della scorsa settimana intitolato “Perché le cose buone fanno male e le cose utili sono sgradevoli”. Associando queste azioni di vita quotidiana e sgradevoli litigi, insegniamo ai nostri figli ad odiare ancora di più queste routine.

4) Quarto errore: diventare dei GPS, dei navigatori umani. “Alzati, vai in bagno, lavati le mani, indossa i vestiti, vai a fare colazione, metti i libri in cartella...”. Sapete cosa succede? Esattamente quello che succede a noi da quando abbiamo la rubrica nel cellulare e il navigatore in macchina: non ci ricordiamo più i numeri di telefono e facciamo fatica a memorizzare le strade. Perché? Semplicemente perché il nostro cervello è superintelligente e non trattiene le informazioni inutili. Se c’è un dispositivo o una mamma o un papà che ricorda le cose per noi, non serve memorizzarle.

5) Quinto errore: facciamo noi al posto loro, piuttosto che vadano a scuola con la cartella semivuota. Dopo averlo ripetuto mille volte, non li facciamo misurare con le conseguenze delle loro azioni e... laviamo i vestiti anche se non li hanno messi nel cesto, mettiamo la merenda in cartella per il timore di improbabili crisi ipoglicemiche, corriamo a scuola a portare quel libro che le creature si sono scordate. Risultato? Zero responsabilità.


Quindi?

Qual è la soluzione accoppiacalzino (vedi episodio 12 di Maya).

È fondamentale conoscere un metodo efficace e pratico per far rispettare queste richieste, e fondamentale capire come funzioni il nostro meraviglioso cervello, è fondamentale associare alle parole delle azioni logiche e naturali, è fondamentale pianificare, comunicare ed agire con piena consapevolezza di ciò che stiamo producendo nella testa del nostro amato tatino.

E soprattutto, dobbiamo smettere di ripetere comportamenti che abbiamo già visto non produrre alcun risultato utile.

Per conoscere come imparare le modalità più efficaci per gestire queste situazioni, scrivimi su:



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