Perché sono così importanti le parole che usiamo con i nostri figli?

cos'è e come si costruisce il dialogo interno


Penso che il desiderio di migliorarsi sia una delle forze più vitali e più potenti della vita. 

È fondamentale che questo motore non sia alimentato da critiche aspre verso di noi (devo migliorare perché sono sbagliato), ma venga motivato da un dialogo interno amichevole (voglio imparare cose nuove e utili perché ogni giorno sia più bello di quello precedente).

Se siamo genitori, la spinta al miglioramento ha una motivazione ancora più profonda: offrire ai nostri pargoli esperienze che li rendano competenti, sicuri, equilibrati. Desideriamo profondamente che siano felici, che abbiano tutte le risorse per crescere sereni.

Già nei podcast precedenti, abbiamo parlato dell’importanza del dialogo interno: si tratta di un incessante registratore che cattura ogni esperienza e la traduce in una voce che ci accompagna in ogni momento della nostra vita.

Il nostro stato d’animo, il nostro modo di affrontare le difficoltà e di vivere i momenti di gioia, la nostra forza, il nostro equilibrio, le nostre speranze dipendono da quello che ci raccontiamo.

Se di fronte al nostro bambino che si arrabbia ferocemente ci raccontiamo: “Mioddio, ha sicuramente qualche problema. Avrà una vita difficile, non avrà amici, a scuola non riuscirà ad ambientarsi, figuriamoci se troverà un lavoro..." (sì, lo so, noi genitori riusciamo a volte a dipingere delle tragedie con epiloghi più drammatici di quelli di Euripide), ...dicevo, con questo tipo di dialogo rischiamo di affrontare le difficoltà quotidiane con grande pesantezza. 

Se invece ci raccontiamo che i bambini sono nati per sperimentare e per imparare (con i giusti stimoli ovviamente) ecco che questo dramma si trasforma in una situazione più semplice, regolare, serena.

Insomma, la nostra vita è enormemente influenzata 

dalle incessanti chiacchiere che produciamo 

nella nostra instancabile testa.


Detto questo, che tipo di dialogo interno vogliamo costruire nella testa dei nostri pargoli? Con che tipo di amico interiore desideriamo che crescano? Quale compagno di vita vogliamo mettere dentro al loro cervello? Vogliamo che vivano con una voce drammatica, accusatrice, umiliante, aggressiva, sabotante, colpevolizzante, che succhia sicurezze, speranze e gioia? 

Oppure

desideriamo che abbiano un sottofondo di parole incentivanti, confortanti, motivanti, accoglienti, stimolanti, responsabilizzanti che stimolino il miglioramento, la speranza, la sicurezza e l’amore per sé e gli altri?

Domanda retorica con risposta scontata.

Bene, siccome ovviamente noi genitori vogliamo con tutto il nostro cuore realizzare la seconda ipotesi, dobbiamo capire come funzioni la costruzione di questo dialogo interno.

Provate ad indovinare da dove derivano le parole dentro la testa dei nostri pargoli? Ebbene sì, anche in questo caso la risposta è piuttosto scontata. Sono le nostre parole, ciò che diciamo e ripetiamo loro nel corso della nostra vita, sono le nostre stesse parole. Tanto per cambiare, ancora una volta è una nostra potentissima responsabilità. Ma se mi seguite nelle mie varie pubblicazioni, sapete che io amo le responsabilità, perché sono la nostra forza e il nostro potere: ciò che dipende da noi, possiamo modificarlo in piena autonomia. 

Wow!

Non abbiamo bisogno del consenso di nessuno. Noi scegliamo, noi agiamo...Superpotente questa cosa! 

Ovviamente ciò richiede spesso impegno e fatica, ma tutti i risultati importanti richiedono un investimento. Lo diciamo anche ai nostri figli, giusto? 

**Giocare alla play = poca fatica = poco investimento = pochi risultati per la propria vita. 

**Studiare = impegno = investimento = belle risorse per il proprio futuro.


Ma non è finita qui. Sapete quali parole si imprimono meglio nella mente dei nostri figli? Quelle dette nei momenti difficili, quelle pronunciate nelle situazioni emotivamente più intense, purtroppo quelle dette soprattutto quando siamo arrabbiati.

Per questo è fondamentale conoscere un metodo per affrontare queste situazioni con il giusto atteggiamento e le giuste parole.

Stiamo creando il piccolo amico cerebrale che accompagnerà il nostro pargolo per tutta la vita.

Vi propongo questa tecnica: fate finta di essere al grande fratello e non solo tutti possono vedervi, ma vostro figlio potrà accedere alle registrazioni ogni volta che desidera, per tutta la sua vita. Come volete che vi vedano gli altri? Come volete rivedervi? Cosa volete che  vedano i vostri figli rianalizzando tutti gli episodi passati?

Ecco, un buon modo per essere il genitore che desideri è quello di comportarsi in modo tale da non doversi pentire, in modo da essere orgogliosi, in modo che i vostri figli registrino parole utili.

E se nei momenti complessi non riuscite a gestire la comunicazione e non riuscite a trovare una soluzione utile, cercate nuove strategie che probabilmente non conoscete perché non le avete apprese dalle vostre passate esperienze. 

Vuoi sapere le parole giuste da usare con tuo figlio?

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