Quando "aspetta un attimo" si allunga all'infinito

Ecco come prendere in mano la situazione

Ascolta qui

Cosa fare quando “aspetta un attimo!” si allunga all’infinito?


La dinamica è piuttosto nota a chiunque abbia prole:
-“amore, vieni che è l’ora di cena?” 
-“ok, un attimo” 
Il silenzio. 
-“vieni?” 
-“ti ho detto un attimo” 

Potrebbero passare 5 minuti, come 2 ore. È la stessa cosa. Se il bambino in questione sta giocando o guardando la TV o, peggio ancora, è al cellulare, ritorna il silenzio assoluto. 
La storia la conosciamo. I toni della voce si alzano esponenzialmente, la pazienza è inversamente proporzionale ai toni e quindi si riduce con la stessa progressione, i tempi si allungano e il conflitto è dietro l’angolo. 

Prima di procedere, facciamoci alcune domande: 

1) Quante volte si è ripetuta questa storia? La tua strategia ti sembra che migliori la situazione?
Se la risposta è no, continua con la seconda domanda:
2) Quando tuo figlio è immerso in un gioco, ti sembra che abbia voglia di interromperlo e di ascoltarti?
Se anche in questo caso la risposta è no, procedi: 
3) Convieni con me che siamo noi genitori ad avere la guida dell’educazione e che dobbiamo abbandonare la speranza che prima o poi lui capirà per una sorta di illuminazione divina?”
Se la tua risposta è sì, allora sei nel posto giusto.


Ecco cosa fare:
  1. C’è bisogno che tu ti crei delle aspettative realistiche ed interpreti la situazione con lucidità e consapevolezza: abbandona l’idea che, siccome glielo hai spiegato 1000 volte, lui avrà capito e quindi la prossima volta verrà al primo richiamo. Questo è tutt'altro che realistico. E' fantasia pura.
    La corretta analisi è: "il mio bimbo ha un’attenzione monodirezionale e totalizzante, e quando sta giocando o guardando la TV o facendo qualcosa che per lui è bellissimo, è totalmente assorto

    Da solo fa molta fatica ad interrompere. Non è che non voglia ascoltarmi, semplicemente il suo piacere e la sua totale immersione nella situazione sono fortissimi. Mio figlio non è progettato per interrompere il piacere. Questa è una competenza che dobbiamo educare noi genitori.
    Anche la prossima volta si verificheranno le stesse identiche dinamiche. Come posso fare per aiutarlo visto che, al momento, per lui è faticosissimo?". Ecco, questa è un'interpretazione realistica.
  2. Prendi accordi primaParlagli e stipula un patto educativo con lui il giorno prima o la mattina, ASSOLUTAMENTE NON LA SERA QUANDO ORMAI È ASSORTO NEL SUO GIOCO.
  3. QUESTO È IMPORTANTISSIMO: NON CHIEDERGLI DI RISPETTARE IL PATTO, MA DIGLI COME TU LO AIUTERAI, SE LUI NON RIUSCISSE A RISPETTARLO. Ovviamente il tuo intervento dipende dall’età del bambino in questione. Se è un bambino dai 3 ai 10 anni circa (ovviamente poi l'intervento è da contestualizzare), potresti aiutarlo tu ad interrompere il gioco, a spegnere la TV e ad andarlo a prendere. Se è più grande o ha un’opposizione più energica, bisogna costruire un altro intervento. Intanto concentriamoci sul processo.
  4. Quando lo chiami, non pretendere che venga subito. Prevedi e pattuisci almeno 5 minuti di tempo perché lui possa finire il suo gioco. (Passa al punto successivo per vedere come fare)
  5. Comunica il patto PARTENDO SEMPRE DAL SUO PUNTO DI VISTA e SOTTOLINEANDONE I VANTAGGI: “lo so che quando giochi sei super felice e non è facile interrompere per venire a cena, ma so anche che hai bisogno di mangiare per avere poi l’energia per giocare bene. Da adesso in poi facciamo così: cinque minuti prima di cena, ti avverto. Tu hai 5 minuti di tempo per concludere ciò che stai facendo. La seconda volta che ti chiamo, tu sospendi la tua attività e vieni a tavola. Se al momento non hai ancora imparato (perché ci vuole un po’ di allenamento) vengo io da te, metto via i giochi o spengo la TV, ti prendo per mano e andiamo a tavola”.Questo è solo un esempio. Ci sono tanti altri modi. Il concetto è che tu devi sapere cosa fare per interrompere questa dinamica. E, in un primo momento, devi essere tu e non lui. Ripeto, se si tratta di un ragazzino molto energico e un po' più grande, utilizziamo altre strategie.Ma la dinamica non cambia. Prosegui.
  6. All’ora fatidica, chiamalo una prima volta avvertendolo di prendersi tutti i suoi cinque minuti per concludere.
  7. Dopo 5 minuti chiamalo e se non viene, NON CHIAMARLO PIÙ. Con serenità e calma, esattamente come un allenatore che sta insegnando al suo atleta, ti avvicini a lui, gli dai una carezza e gli dici, “ti do una mano io”. Chiudi la TV o riponi i giochi (non preoccuparti, per insegnargli a riporre i giochi da solo utilizziamo un altro momento), lo prendi per mano e lo porti a tavola.
  8. Se piange, non fargli prediche. Consolalo con un abbraccio (se accetta il contatto) e digli che si sta allenando per diventare più forte, più competente e che ci sta che all'inizio non sia semplicissimo “vedrai che fra qualche giorno sarai più bravo della mamma, del papà e magari darai tu una mano a noi”. La fiducia e l’incoraggiamento sono un carburante potentissimo.


Ecco cosa succede quando riesci a dare bene le regole:
  1. Hai la situazione sempre in mano e non devi sperare che sia tuo figlio ad obbedire. Lui deve imparare, non deve obbedire.
  2. Hai aspettative e strategie adeguate, per questo è molto più semplice mantenere la pazienza.
  3. La regola è rigorosa, ferma, inflessibile, un elemento fondamentale per l’educazione e la sicurezza di tuo figlio.
  4. La relazione con lui non si rompe mai, neppure quando lui fa fatica ad ascoltarti. Un altro elemento potentissimo per farlo crescere equilibrato e sicuro di sé.
Vediamo adesso cosa capita invece quando fai diversamente:
  1. Se ti aspetti che sia lui a cambiare, sarai deluso.
  2. Se ti racconti che non sia giusto così, anziché comprendere che è una dinamica naturale, ti arrabierai.
  3. Se non vai tu ad aiutarlo, urlerai sempre più forte.
  4. Se lo incolperai, lui si sentirà sbagliato.
  5. Se litighi con lui, stabilirai una relazione ad altalena, che va su e giù a seconda delle situazioni, creando insicurezza.
  6. Se ripeterai questa dinamica, lui non imparerà mai.


Quando invece applichi il metodo che ti ho suggerito, lui impara che

- i suoi genitori mantengono sempre ciò che promettono, 
- che la regola è davvero importante, 
- che non ci sono alternative quindi tanto vale andare subito, 
- che i suoi genitori gli vogliono bene anche nei momenti difficili, 
- che hanno fiducia in lui perché ce la può fare. 

Lui impara e tutta la famiglia vive in serenità.


Che ne dici? Sembra un'alternativa assolutamente migliore.
Se vuoi sapere come applicarla esattamente alla tua situazione, ti aspetto.

Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare