SCELTE DIFFICILI.

come affrontarle

Hai mai pensato a quante scelte dobbiamo fare ogni giorno?

La vita è una continua scelta, soprattutto per noi genitori.

Che regole dare?

Cosa concedere?

È giusto prenderlo in braccio ogni volta che piange?

Lo faccio dormire nel lettone o no?

Lo aiuto nei compiti o lascio che si arrangi da solo?

È corretto comprargli il cellulare a quest’età?

A che ora lo faccio rincasare?

Lo accontento oppure no?

 

I nostri figli sono uno stimolo continuo con le loro richieste, i loro pianti, le loro emozioni e le loro evoluzioni. Noi stiamo loro vicino, li guardiamo, li accudiamo, li ascoltiamo.

E ogni nostra singola azione, ogni nostra singola parola è il frutto di una decisione.

Dobbiamo decidere cosa rispondere, come rispondere, quali azioni intraprendere. E la maggior parte delle volte è davvero difficile.

È difficile perché li amiamo più di ogni altra persona al mondo, è difficile perché desideriamo fare il meglio per loro, è difficile perché, per errore, madre natura non ci ha fornito di una sfera magica che ci consenta di leggere il futuro.

Sono certa che si sia trattato di una svista, perché è assolutamente inconfutabile che noi genitori avremmo bisogno di una sbirciatina sul futuro per prendere le decisioni migliori.

Prendiamone atto, cerchiamo di capire cosa renda così complesso il processo decisionale e troviamo qualche utile strategia per semplificarci un pochino la vita.

Dal momento i cui le nostre creature nascono ed ogni giorno, a partire dal loro risveglio, noi dobbiamo scegliere come comportarci. 

Vengono a tavola per fare colazione ed improvvisamente il solito menù non va più bene. Desiderano un’altra merenda. È giusto assecondarli o “vai a scuola senza mangiare”?

È ora di vestirsi ed ovviamente comincia la negoziazione sull’outfit per la giornata: sceglie il figlio e dobbiamo imporci?

“mamma, mi accompagni a scuola che non ho voglia di andarci in bici”. 

Orco, che faccio? Esco prima per dargli un passaggio e gli dico che si deve gestire la sua autonomia e la sua responsabilità?

 

Potrei fare una fotografia dei vari momenti della giornata, con figli di qualunque età. Il risultato è sempre lo stesso.

Cosa sarà più giusto dire? Cosa sarà meglio fare?

Scelte, scelte, scelte….

Non esiste amministratore delegato che sia chiamato a prendere più decisioni di noi.

Sai perché è tanto difficile scegliere?

Oserei dire che la motivazione principale è... IL DESIDERIO DI PRENDERE LA DECISIONE PERFETTA.

Il nostro intento è quello di prendere la GIUSTA DECISIONE.

Ed ovviamente è un intento meraviglioso purché…diamo una definizione corretta di “giusta decisione”.

L’errore principale è quello di cercare la soluzione che contenga in sé solo vantaggi e quindi, necessariamente, sia l’unica giusta scelta.

Ciò rende la vita piuttosto complessa per due motivi

  1. cercare l’unica scelta giusta che comporti solo vantaggi è come cercare la pietra filosofale al di fuori del mondo di Harry Potter: impossibile
  2. quando ci confrontiamo necessariamente anche con gli svantaggi che le nostre scelte comportano, cominciano le auto recriminazioni e i sensi di colpa: “ecco ho sbagliato, se avessi scelto diversamente sarebbe stato meglio. E’ colpa mia se…”

Perciò ho deciso di pubblicare questo podcast: per condividere con te qualche considerazione che possa rendere tale processo un pochino più semplice e leggero.

E come sempre sarò sintetica e schematica, ovviamente non esaustiva.

Cosa ti può aiutare ad affrontare meglio le tue scelte genitoriali?

 

1. NON ESISTE UNA SCELTA SENZA CONTROINDICAZIONI: ebbene sì, non esiste una scelta che porti con sé solo vantaggi. Ogni decisione ha il rovescio della medaglia, per quanto sia un’ottima scelta. Se accontento mio figlio nel cibo, creo momenti più piacevoli a tavola, ma non gli insegno ad assaggiare nuovi menù. Se lo aiuto a fare i compiti, posso spiegargli tutto ciò che non ha capito a scuola, ma non lo rendo autonomo e responsabile. Se lo tengo nel lettone recupero tutte le coccole che mi sono perso durante il giorno perché ero al lavoro, ma non gli insegno a dormire da solo. Se gli compro il cellulare, lo rendo il ragazzo più felice del mondo, gli facilito la comunicazione con amici e compagni, ma lo espongo anche a tutte le conseguenze negative che lo smartphone comporta. Quindi, quando prendi una decisione, accetta anche tutte le controindicazioni che essa comporta. Se il tuo bimbo, dopo aver dormito un anno sul lettone, piange disperatamente quando decidi di metterlo nel lettino, NON SIGNIFICA CHE TU ABBIA SBAGLIATO. Significa semplicemente che hai scelto le coccole e hai scelto di non renderlo autonomo nella nanna. Hai scelto i vantaggi e hai scelto gli svantaggi. Non si possono scindere. È un pacchetto unico.

Saper scegliere bene significa esser consapevoli che mi porto a casa vantaggi e svantaggi. Significa saperlo, accettarlo, perché gli uni senza gli altri non possono esistere. Quindi ti consiglio vivamente di smettere di cercare la scelta perfetta che non abbia controindicazioni. Quando scegli, hai sempre entrambe le cose.

2.SAPER SCEGLIERE SIGNIFICA SAPER RINUNCIARE: ogni volta che opto per una scelta, rinuncio ad altre migliaia di possibilità. A volte noi vorremmo portarci a casa tutto, ma non è possibile. È fondamentale sapere che la rinuncia è alla base di ogni processo decisionale: se compro un vestito, rinuncio a 50 euro. E con essi, rinuncio a tutto ciò che avrei potuto acquistare con quei 50 euro. Se non riesco a rinunciare, non sarò mai in grado di decidere con serenità. Questo capita anche a noi genitori: se decido di mandarlo a scuola con i compiti perfetti, corretti, controllati ed ordinati, molto probabilmente è necessario che lo assista e rinuncio così a regalargli uno spazio di sperimentazione, di errore e di autonomia.

Se parti da questo presupposto ti sarà più semplice accettare la rinuncia.

3. SCEGLIERE BENE SIGNIFICA INDIRIZZARE IN MODO OTTIMALE IL PROPRIO FOCUS: mi spiego meglio. Abbiamo già condiviso il fatto che ogni scelta implichi anche controindicazioni e rinunce. Ora, pensate di andare ad acquistare un abito e di spendere sempre quei famosi 50 euro. Uscite dal negozio e cominciate a pensare ai soldi spesi: “porca miseria, non li ho più. Avrei potuto andare fuori a cena con gli amici. Avrei potuto tenerli di scorta. E poi guarda che capelli ho: forse sarebbe stato meglio fare un salto dalla parrucchiera”. Capisci cosa sta accadendo? La scelta dell’acquisto ha un vantaggio (un abito nuovo e fichissimo) ed una rinuncia (il denaro). Una volta fatta la scelta, mi concentro su ciò a cui sto rinunciando. Ed ovviamente sto male.

Molto più utile è invece è fare esattamente il contrario. Sono consapevole di aver fatto una rinuncia, la accetto ed evito di continuare a pensarci. Invece mi focalizzo sull’abito bellissimo, lo indosso, mi specchio e mi riempio di complimenti (ovviamente da sola, ma vabbè, vedo di farmeli bastare).

4. COL SENNO DI POI è TROPPO FACILE DARE GIUDIZI: ricordiamoci che non abbiamo la sfera di cristallo e che quando facciamo delle scelte c’è un certo margine di rischio. Per quanto analizziamo e ponderiamo ogni minima variabile, non possiamo sapere esattamente cosa accadrà. Quindi facciamo la nostra scelta e poi vi è un susseguirsi di accadimenti non sempre perfettamente prevedibili. A quel punto, che accade alla maggior parte di noi? Prendono forma i tanto noti (noti soprattutto alla classe genitoriale, e, se posso permettermi, con punte straordinarie per noi mamme), dicevo, prendono forma i tanto conosciuti sensi di colpa: “ecco, guarda cosa è successo, se solo avessi preso una scelta diversa, se solo avessi fatto, se solo avessi detto….”. Sicuramente con tutte le nuove informazioni ti è più chiara la situazione. Ma…quelle informazioni prima non erano disponibili. Col senno di poi è tutto più semplice, ma quel poi contiene informazioni prima inesistenti. Ecco che scegliamo di mandare nostro figlio ad una festa, dopo averci pensato per giorni interi, e a quella festa qualcuno porta di nascosto qualche bevanda alcoolica e dei ragazzi si sentono male. “potevo non mandarlo, ho fatto uno sbaglio, non era ancora pronto”. Ma la verità è che non potevi saperlo e che la scelta, con le informazioni che avevi a disposizione, è stata un’ottima decisione. Gli accadimenti successivi non sono validi per giudicare ciò che hai fatto prima. Decidi di mandare tuo figlio a scuola senza compiti, dopo un pomeriggio di snervanti negoziazioni. La mattina seguente la maestra lo redarguisce con più veemenza di quanto ti aspettassi e il tuo bimbo sta più male del previsto. E tu…come facevi a prevederlo? Non valutare le tue scelte con informazioni che hai raccolto solo successivamente. Non ha senso.

5. ANCHE LE CONSEGUENZE NEGATIVE CONTENGONO IN Sé UN GRANDE INSEGNAMENTO: forse ciò che ci infastidisce di più, ciò che ci fa stare più male, ciò che riteniamo essere delle conseguenze negative, sono forse quelle più utili per imparare qualcosa di nuovo. Quindi è superfluo fustigarsi, mentre è molto più vantaggioso prenderne atto e tenerne conto per il futuro.

6. EVITA DI CERCARE L’APPROVAZIONE DI TUTTI: in ultima analisi, una delle cose più complesse è cercare di fare delle scelte per cui tutti ti possano approvare. Impossibile. Per due ragioni: ognuno ha convinzioni, credenze e valori differenti; in secondo luogo molte persone vivono col chiaro intento di criticare gli altri. Quindi, caro genitore, è utile confrontarti con le persone a te care o di cui hai stima, ma poi, la scelta è tua e gli altri…bè…se ne faranno una ragione. Al massimo avrai fornito loro un po' di materiale per qualche divertente pettegolezzo. 

Quindi come possiamo procedere di fronte alle mille scelte che quotidianamente siamo chiamati a compiere per le nostre splendide creature?

Fai una buona analisi, scegli i vantaggi che ti garbano di più secondo la tua scala di valori educativi, accetta le ovvie rinunce che ne conseguono, leggi eventuali conseguenze negative, sapendo che prima non avevi queste informazioni e quindi non avresti potuto fare di meglio, concentrati sugli aspetti positivi che hai raggiunto e fregatene beatamente di chi ha solo voglia di criticarti.

 

Non saremo mai genitori perfetti, non avremo figli perfetti e non faremo scelte perfette. Ma possiamo essere genitori sereni, avere figli felici e fare di ogni scelta una buona esperienza di vita.

 

 

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