Tuo figlio si arrabbia ogni volta che sbaglia? Seconda parte.

Fai queste 3 cose

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Il podcast di oggi è la continuazione di quello della scorsa settimana. 

La scorsa settimana abbiamo visto che una caratteristica tipica dei bambini (dei bambini?) è arrabbiarsi quando sbagliano, una reazione comprensibile, spontanea e naturale. 

In realtà, non rappresenta un problema questa reazione; il problema si verifica quando, dopo la reazione, c’è un atteggiamento di rinuncia e quando non c’è un’evoluzione.

Mi spiego meglio: se il tatino si infuria mentre fa un disegno poco riuscito e, dopo aver stracciato in microcoriandoli il foglio, non ci riprova e questo accade giorno dopo giorno e su varie attività, bé, c’è proprio bisogno di dargli una mano.

Se invece reagisce con stizza, ma poi piglia il foglio, disegna e, giorno dopo giorno, acquisisce un pezzetto di competenza in più, allora va alla grande.


Perché è un argomento educativo super importante?

Perché l’errore è una condizione necessaria per imparare, evolvere e migliorarsi.

Una creatura, grande o piccina, che non riesce a gestire la frustrazione dell’errore sta mettendo un freno al suo percorso di vita.

E siccome il nostro obiettivo educativo NON è QUELLO DI AVERE BAMBINI SUPERTALENTUOSI IN TUTTO, ma è CRESCERE FIGLI CHE SIANO IN GRADO DI IMPARARE, per forza dobbiamo insegnare loro a gestire il momento dell’errore.

Non sbagliare significa che stiamo facendo ciò che sappiamo già fare, quindi non stiamo imparando un fuscellino di nulla.

Non sbagliare significa che stiamo ripetendo meramente delle azioni già note: zero miglioramento. 


Vuoi migliorare? Vuoi imparare? Vuoi diventare più competente?

Bene, non ti rimane che fare cose nuove abbracciando tutti gli errori necessari.


Noi genitori dobbiamo avere ben in testa questa interpretazione, altrimenti non riusciamo a passarla ai nostri pargoletti. 

Dobbiamo averla bene digerita, dobbiamo avere mille parole diverse per condividerla, dobbiamo esprimerla con le azioni.


Nella scorsa puntata abbiamo visto come insegnare questo nuovo schema interpretativo ai bimbi.

Abbiamo anche visto come anticipare la possibilità di un errore, in modo da creare aspettative diverse.


Oggi aggiungiamo altri tre suggerimenti fondamentali:


1) mostra a tuo figlio dei modelli di persone fichissime che sono diventate ciò che sono, grazie ad un percorso colmo di errori.

I bambini hanno bisogno di concretizzare i pensieri astratti, quindi hanno bisogno di dare una forma concreta a ciò che stai spiegando:

- Peter Parker che fa dei pasticci con le ragnatele, finché non impara ad usare i suoi nuovi poteri;

- Harry Potter con suo “expecto patronum”, che, prima di farlo diventare un incantesimo potente, passa per microesplosioni luminose, neppure in grado di illuminare la tana di un topolino;

- l’esercito improbabile di Mulan, che si spiaccica in modo poco dignitoso sul palo, prima di scalarlo in scioltezza.


Per un bimbo è importante vedere, oltre che ascoltare.

E soprattutto con questi esempi associa l’errore a degli eroi.


2) prima di spiegare, dai l’esempio.

Altro slogan da appiccicare sul frigo della cucina: NOI GENITORI DOBBIAMO INNANZITUTTO ESSERE CIO’ CHE INSEGNIAMO.


Quindi? Quando sbagli, comportati in modo coerente a ciò che vuoi trasmettere a tuo figlio. 

Dirgli che l’errore è un aiuto fondamentale, e poi imprecare per ore di fronte ad uno sbaglio, temo che non sia perfettamente pedagogico.

Tranquillo, non sto dicendo che dobbiamo privarci della soddisfazione di qualche epiteto catartico, soprattutto se è espresso con un pizzico di ironia. 

Ciò che conta è il comportamento dopo quei primi secondi di reazione. 

Se continui a lamentarti, tuo figlio impara a lamentarsi, se molli, lui con una buona probabilità farà lo stesso, se invece ti rimetti all’opera esprimendo consapevolmente che l’errore è fastidioso, ma nel contempo è l’unica strada per imparare e, sbaglio dopo sbaglio, arrivi al tuo risultato, ecco, il tuo bimbo vedrà una bella cosuccia.

Forse poi lui non lo saprà fare come te, ma ha un bel modello a cui riferirsi e soprattutto le tue parole, essendo coerenti col tuo esempio, saranno assai più potenti.


3) ed ecco l’aspetto forse più rilevante. L'ho tenuto per ultimo tipo “colpo di scena” di un romanzo con tanto suspance.

SE DESIDERI CHE TUO FIGLIO ACCETTI L’ERRORE COME PROCESSO NATURALE DELL’APPRENDIMENTO, TU DEVI ACCETTARE IL SUO ERRORE COME PROCESSO NATURALE DELL’APPRENDIMENTO.

Sento già un vociare leggermente indignato del genitore che dice:

“Sabry stai scherzando? Non vorrai mica che mi arrabbi per un disegno sbagliato o un lego sbilenco”

Ovvio, ma io non mi sto riferendo a questo genere di errori, per i quali è facile dimostrarsi accoglienti ed incoraggianti. 

Mi riferisco a tutte le volte in cui tuo figlio non rispetta una regola, mi riferisco alla tua reazione ogni volta che non spegne la tv, non vuole sistemare i giochi e fa storie per fare i compiti. 
Se di fronte a questi episodi ti arrabbi, gli stai dicendo che non ammetti gli errori.

Facciamo il nostro esempio della tv, il mio preferito per la sua semplicità. 

Ovviamente lo possiamo applicare in qualunque situazione, anche se inizialmente potrai aver bisogno di un piccolo aiuto.

Pattuisci con tuo figlio che può veder due episodi.

Alla fine del secondo lui non spegne e si oppone (un evidente errore rispetto al patto stipulato)

Tu ti arrabbi e gli dici che è sempre il solito, che non obbedisce, che con lui è tutto è difficile.

Gli stai dicendo che quell'errore è inaccettabile
 

Stessa scena, stesso patto, stessa opposizione allo spegnimento della tv.

Tu con calma ti alzi, spegni la tv (perché la regola deve esser rigorosa) e gli dici:

ci sta, stai imparando ed è normale che le prime volte non sia facile. Nel giro di qualche giorno sarai più bravo di me a spegnerla”.


Questo esperimento l'ho fatto centinaia di volte, sempre con lo stesso risultato: nel secondo caso i bimbi imparano nella sicurezza, nell'incoraggiamento e interiorizzano che il processo di apprendimento prevede anche una fase di rodaggio, con opposizioni ed errori connessi.


In questo modo costruisci un’educazione coerente che ha un effetto straordinario nel cervello del tuo bimbo.

È necessario pensare, parlare e agire in modo coerente se desideriamo che i nostri figli apprendano i messaggi.

La dissonanza fra prediche ed azioni creano solo confusione.

Non è semplicissimo esser coerenti, perché è ovviamente più facile parlare che agire.

Ma insieme, con la conoscenza, l’allenamento, la condivisone e un po’ di aiuto, possiamo costruire un’educazione coerente ed efficace.

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