Educare alla lettura. Cosa significa, a cosa serve, a chi compete?

Educare alla lettura non significa insegnare a leggere; educare alla lettura ha più a che fare con l’ascolto, con l’esempio, col trasmettere emozioni

Educare all’esperienza della lettura (Reading Literacy) significa fornire uno strumento di conoscenza e di crescita sia individuale che collettiva. Per Reading Literacy si intende la capacità di “comprendere e utilizzare testi scritti, riflettere su di essi e impegnarsi nella loro lettura al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità e di essere parte attiva nella società” (OECD, 2013)


Tralasciando per un attimo le definizioni ufficiali, partiamo da un elemento certo e forse ovvio: educare alla lettura non significa insegnare a leggere; educare alla lettura ha più a che fare con l’ascolto, con l’esempio, col trasmettere emozioni.


Mi spiego meglio.


La capacità di leggere si acquisisce con la pratica, con un complesso meccanismo che mette in relazione il riconoscimento dei grafemi, l’associazione mentale tra suono e simboli, la formazione di un’immagine mentale che corrisponde alla visione di una parola. 


L’educazione alla lettura invece parte da molto prima, fin dalla gestazione, fin da quando il feto inizia a sviluppare l’udito, a percepire suoni e voci.


All’educazione alla lettura concorre tutta la comunità educante: la famiglia, gli operatori dei servizi educativi per l’infanzia, la scuola, tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella crescita di bambini e bambine, ragazzi e ragazze.


È un compito difficile solo se lasciato al caso e costantemente delegato, se ci si impegna tutti e tutte in prima persona diventa invece naturale e piacevole, oltre che costruttivo per tutti e tutte.


La lettura permette di sviluppare empatia, di imparare a riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, migliora le capacità analitiche, il ragionamento deduttivo e il pensiero riflessivo, amplia le capacità di linguaggio.


Vediamo di andare sul pratico e fare un piccolo elenco di azioni imprescindibili:


1- Leggere ad alta voce fin dal pancione: l’udito si sviluppa alla fine del secondo trimestre di gestazione, si dice che in questa fase si potrebbe leggere anche la lista della spesa o un trattato di economia, il/la bambin* ne trarrebbe gli stessi vantaggi. È vero dal punto di vista del riconoscimento della voce materna ( o paterna, o di qualsiasi altra figura decidiate di introdurre nella sfera affettiva del vostr* bambin*) ma vi assicuro che anche in questo momento scegliere libri di qualità è fondamentale oltre che utile per creare una sorta di “ponte” tra la vita intrauterina e la vita neonatale.


2- Creare una routine di lettura fin dalla primissima infanzia. Il momento migliore e la scelta più vantaggiosa è sicuramente la lettura prima della nanna. Una pratica i cui vantaggi saranno evidenti fin da subito come espediente per accompagnare il/la bambin* verso un sonno di qualità ma che troverete vantaggioso anche quando i/le bambin* crescono e avete bisogno di un segnale chiaro che indichi la fine del momento di giochi e svago e l’avvio della fase di tranquillità che precede il sonno.


3- Dare il buon esempio. Che voi siate lettori e lettrici forti oppure no, impegnatevi affinché i vostri figli e le vostre figlie abbiano ben chiaro che la lettura è una pratica in cui credete, tanto da spingervi a prendervi una pausa dalle incombenze di ogni giorno e dal fascino di social e video giochi per portare avanti la lettura di un buon libro. 


4- Oltre che a casa, anche al nido e a scuola bambini e bambine dovrebbero avere libero accesso alle buone storie. Qualunque sia il vostro ruolo nella comunità educante, fatevi portavoce e sostenitori della creazione, nei vari contesti educativi, di angoli lettura allestiti con libri di qualità e adatti alla capacità di ascolto dei bambini e delle bambine che li frequentano.


5- Quando i bambini e le bambine inizieranno a scegliere letture in autonomia (e vi assicuro che, se vi siete impegnat* ad applicare questi suggerimenti fin dal punto uno, succederà!) non smettete di leggere ad alta voce con loro, fatelo fino a quando ne avranno voglia, fino a quando sarà un momento piacevole per tutti e tutte.


6- Non tutti i bambini e le bambine cresciuti in un ambiente favorevole alla lettura diventeranno ragazzi e ragazze che leggono con assiduità, ci sarà sicuramente un momento in cui vi sembrerà di vedere vanificato tutto il vostro impegno. Non scoraggiatevi, continuate con l’esempio, col lasciare in giro per casa libri che possano attirare la loro attenzione, fatevi consigliare da esperti, non fate l’errore di pensare che se un classico della letteratura a voi “ha aperto la mente a 13-14 anni” debba essere così anche per i vostri figli e le vostre figlie.


7- Frequentate insieme biblioteche e librerie di qualità.


8- Continuate con la lettura ad alta voce, anche da grandi, anche da adulti se c’è il piacere della condivisione.


Per concludere: l’educazione alla lettura deve passare attraverso tutta la comunità educante; nel momento in cui ci si renderà conto della necessità di fare rete per riconoscere e favorire il diritto alle storie di tutti i bambini e le bambine, nel momento in cui ci si attiverà per favorire l'incontro con le storie ci sarà finalmente la creazione di un fronte comune per la crescita di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che saranno cittadini e cittadine capaci e consapevoli, rispettosi di se stessi e gli uni degli altri, del mondo che abitano e li circonda.

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