Impietose statistiche sottolineano quanto gli esseri umani di oggi siano decisamente più infelici rispetto a quelli di cinquant’anni fa: ma cosa ci sta succedendo? E, soprattutto, si tratta davvero di una condizione ineludibile?
La pedagogia ha riflettuto lungamente sul valore della memoria familiare, scardinandone la parvenza di un costrutto semplice, composto da eventi che si sedimentano, uno addosso all’altro, a formare cumuli di ricordi da trasferire tout court alle generazioni future.
Non tutti siamo lettori e lettrici forti, molti dicono di esserlo stati in “gioventù”, certo è che lavoro, famiglia, figli, rendono difficile mantenere i ritmi di lettura che si avevano quando si era nella condizione di studente o studentessa.
Quella dell’empatia è infatti un'esperienza ricorrente nella nostra vita relazionale, che va al di là della semplice tendenza ad essere persone affidabili e accoglienti.
Per il neonato, e per i bambini di ogni età aggiungerei, è di fondamentale importanza il contatto fisico con la madre o con la figura di cura di riferimento
In questi giorni i bambini sono infatti in balìa di immagini di inaudita violenza, percepiscono negli scambi di comunicazione tra adulti, anche se accennati, il terrore e l’incredulità per uno scenario così anacronistico e lontano da quella civiltà che sbandieriamo come conquista fondamentale per la nostra società.
Negli ultimi anni, grazie ai processi di trasformazione dell’identità per entrambi i generi citati, e a causa dei cambiamenti strutturali avvenuti nel modello familiare, si sta definendo sempre più (e direi per fortuna) un nuovo modello di padre, decisamente più presente e coinvolto nella cura e nel sostegno dei propri figli.
Da qualche tempo menti attente iniziano a chiedere: come state? Come vi sentite. Sei certa/o di avere riguardo per la tua salute mentale? Eh già! Tutti e tutte a ben guardare ci accorgiamo di aver perso qualcosa, di avere un certo non so che da recuperare da qualche parte e l'incertezza sul modo in cui farlo.
Quel tempo silenzioso, in cui la maggior parte del mondo ancora sonnecchia, pare infatti essere il momento migliore per leggere, meditare, fare sport, scrivere un diario, con la calma tipica di chi sa che avrà tempo per il resto, perché la giornata è ancora ad un timidissimo esordio e tutto può ancora decisamente aspettare.
Intanto cosa si intende per Comunità Educante? Si tratta di un tessuto di relazioni alimentato da collaborazione e solidarietà tra tutti coloro che hanno a cuore un territorio, lo abitano e sono consapevoli della necessità di agire insieme per tracciare una direzione che sia arricchente e consapevole.
Dal momento che l’educazione si verifica all’interno di una relazione, possiamo facilmente immaginare quanto l’interiorità dell’ educando non sia affatto l’unica da tenere in forte considerazione.