Errori di comunicazione: come evitarli

La differenza tra risposta e reazione

Cos’è la comunicazione e perché è così importante nelle nostre vite?
La comunicazione è, in sostanza, quel processo che identifica la connessione verbale e non verbale che mettiamo in atto con noi stessi e con gli altri, capace di condizionare la qualità delle relazioni ed il benessere.
Non si tratta di una questione semplicissima, è un delicato gioco di equilibri che deve tenere conto della comprensione delle reciproche esigenze, opinioni, emozioni, differenze.
Non è raro infatti che le differenze creino incomprensioni, gettando le fondamenta per muri altissimi, barriere comunicative invalicabili tra noi e gli altri.

Ma come mai, se la comunicazione è palesemente la chiave di ogni relazione, costruiamo questi muri, complicandoci, di fatto, l’esistenza?
La questione è che spesso abbiamo a che fare con vere e proprie trappole mentali, scivoloni naturali, riflesso pericoloso di una cultura che abbiamo interiorizzato: si tratta di biasimo, resistenza, mancanza di empatia e giudizio.
Biasimiamo qualcuno quando, a partire da un nostro giudizio morale assolutamente soggettivo, disapproviamo i contenuti della sua comunicazione, eleggendo noi stessi a Inoppugnabile Verità: una tendenza tanto diffusa quanto difficile da individuare, poiché si tratta di imparare a mettere in discussione le proprie credenze profonde, in un’ottica di apertura e accoglienza senza giudizio.
Resistiamo alle idee che ci sfiorano e che mal si accordano alle nostre, attendendo semplicemente il nostro turno per rispondere, trattenendo il fiato alle presunte altrui vacuità, stando ben attenti a non parteciparvi troppo. Una delle trappole più pericolose e meno nutrienti: nei mondi di cui gli altri sono portatori, si nascondono a volte notizie preziose per una crescita felice.
Manchiamo di empatia e guardiamo l’altro dall’alto, con una partecipazione emotiva vicina al nulla, perdendoci sfumature importanti ai fini di una comprensione profonda delle sue parole e dei suoi gesti.
Giudichiamo, nel bene o nel male, filtrando ogni informazione al retino a maglie strettissime delle nostre credenze, non permettendoci la sorpresa delle altrui evoluzioni.

Cosa fare, dunque, per evitare questi tranelli?
Eludere queste trappole richiede un grande lavoro di autocoscienza, una riflessione attenta e profonda sulle proprie tendenze.
Significa smascherare quei comportamenti che mettiamo in atto all’interno della comunicazione e che ci sembrano naturali, ma che ci portano a commettere naturalmente sempre gli stessi errori, di imparare ad argomentare in modo rispettoso, dare valore alla propria autenticità, non permettersi di innalzarsi ad autorità morale nei confronti di nessuno e, soprattutto, essere pronti ad imparare.
Affinché ciò avvenga è necessario assumere il punto di vista sempre valido di chi risponde e non reagisce: la reazione è istantanea, conserva in sé i dati del pregiudizio, orientata alla sopravvivenza, è un’azione d’emergenza,  grossolana e sicuramente imprecisa.
Rispondere significa, invece, concedersi la lentezza di una riflessione, prendere in considerazione ciò che potrebbe rivelarsi più utile per noi stessi e per gli altri, per capire poi che, in fondo, ciò che è utile per noi stessi e ciò che è utile per gli altri, quasi sempre coincide.

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