Meditazione mindfulness: la pratica dell'attenzione consapevole

Impietose statistiche sottolineano quanto gli esseri umani di oggi siano decisamente più infelici rispetto a quelli di cinquant’anni fa: ma cosa ci sta succedendo? E, soprattutto, si tratta davvero di una condizione ineludibile?

Impietose statistiche sottolineano quanto gli esseri umani di oggi siano decisamente più infelici rispetto a quelli di cinquant’anni fa: ma cosa ci sta succedendo? E, soprattutto, si tratta davvero di una condizione ineludibile?


Per quanto attiene alla prima domanda, è evidente quanto negli ultimi anni si stia consolidando una tendenza generalizzata a vivere, sempre iperconnessə,  ritmi di vita convulsi, che lasciano poco o nullo spazio ai ritmi naturali, che prevederebbero una maggiore concentrazione sul presente a discapito di ansie e sensazioni spiacevoli derivanti dall’essere maggiormente orientatə al futuro o impantanatə in passati più o meno remoti. Insomma: abbiamo perso il senso profondo del vivere in questo momento.

La meditazione Mindfulness interviene proprio in questo senso, e qui rispondo alla seconda domanda, poiché ci insegna a restare in quel famoso hic et nunc tanto caro al nostro benessere e, dunque, con uno sguardo bio-psico-sociale, alla nostra felicità.

Essere nel qui ed ora significa portare a profonda coscienza che la vita reale avviene solo nel presente, ed è in quel presente che giochiamo la partita del nostro stare bene: il passato è un tempo andato via, non abbiamo su di esso alcun potere, ed il futuro è solo una supposizione di cui non possiamo essere certi.

 

Ma cos’è la Mindfulness e come si pratica? Tracciando il percorso storico-filosofico della meditazione Mindfulness, dobbiamo certamente rifarci alla tradizione orientale; il termine inglese “mindfulness” è infatti nient’altro che la traduzione della parola sanscrita “sati” che significa consapevolezza e fa riferimento ad una pratica insegnata più di due millenni fa da Siddharta Gotama, noto ai più con il nome di Buddha.  

La sua applicazione occidentale, facendo perno sulle osservazioni delle neuroscienze che hanno ampiamente dimostrato come durante la meditazione si verifichino delle variazioni nei tessuti corticali coinvolti nei processi attentivi, di concentrazione e di risposta emotiva, si disgiunge dall’apparato religioso: negli anni Settanta grazie a Jon Kabat-Zinn, cognitivista dell'università del Massachusetts, è stato sviluppato per la prima volta un approccio per la riduzione dello stress basato sulla Mindfulness. Zinn definisce la pratica della meditazione Mindfulness come “l’atto di porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”, ed è proprio in questo modo che il suo esercizio può contribuire al miglioramento del rapporto con la propria esistenza. Si tratta di un percorso che passa per la riduzione della tendenza al giudizio, dell’aspettativa, favorendo la capacità di lasciare andare ciò che non è necessario trattenere e che non si può cambiare.


Intraprendere un percorso di Mindfulness significa prima di tutto (e soprattutto) passare per un momento di autoconsapevolezza: verificare sistematicamente la propria presenza mentale nel quotidiano, osservare le proprie tendenze e i propri limiti e soprattutto abituarsi ad osservarli senza giudizio: come spesso accade per i primi passi, è probabile che questo si configuri come il momento più difficoltoso, non è difficile infatti incorrere in sensazioni di fastidio o frustrazione. È nella costanza della pratica, al di là di queste ragionevoli tendenze, e nel suo adattarsi a momenti anche differenti da quelli di pratica formale, portando il suo pensiero nei momenti di vita quotidiana, che si rivela il successo di quello che possiamo definire come un modo rinnovato e più cosciente di guardare a se stessə e al mondo.

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